venerdì 19 aprile 2019

Gesù. La sua passione

Ascolta e guarda, fratello, ciò che ti mostro e ti dico.
 Gesù che parla: Eccomi, Padre, come agnello condotto al macello. Eccomi, Padre: l’uomo senza colpa, senza peccato, è stato giudicato dall’ira, dalla cattiveria e prepotenza dell’uomo. Eccomi, Padre: vittima del giudizio di satana, tradito dall’uomo illuso da satana. Eccomi! Il popolo ha deciso, il giudizio è stato dato. E un uomo cerca di darmi clemenza, mandandomi al flagello, per salvarmi la vita dalla croce.
Vedo Gesù, condotto al flagello. Vedo il suo volto, triste e preoccupato: lo vedo pensare, e dentro di sé i suoi pensieri vanno alle scritture, che già da tempo annunciavano la sua fine. Gesù pensa a sua madre, Maria. Mentre lei, in digiuno da ogni cosa, pregava ininterrottamente. E la sua preghiera - come un inno d’amore - consola il figlio, in questa ora tremenda e inumana. Gesù, l’uomo più bello che il mondo abbia mai visto: forte, mite e obbediente. Eccolo, condotto nella piazza delle torture. Docile, si lascia condurre al ceppo di legno e legare a questo legno, che tanto dolore ha visto di altri uomini. E quel dolore ora Gesù sente, facendosene carico. Ecco il primo colpo di frusta.
Gesù: Fratello, guarda: il dolore - figlio di satana - mi sta piegando. Le mie gambe cedono, sotto ad ogni colpo. Guardami: sono in ginocchio e prego Dio, mio Padre, di darmi la forza di resistere. Satana non avrà la vittoria su di me. La frusta mi strappa la carne: ogni brandello è un peccato dell’uomo, ogni goccia di sangue un peccato dell’uomo. Ma non voglio cedere: Mio Dio, tu che sei e puoi tutto, aiutami e dammi la forza! Ho capito, Padre: il mio destino è questo. Allora taccio e non ti chiederò più nulla. Ma innalzerò a te la mia preghiera, per potere resistere fino alla fine di questa tortura. Sento mia madre: mi è vicina. Il suo dolore mi spezza il cuore. Sento Pietro, Giovanni, Giacomo e tutti gli altri: sento la loro curiosità e la loro paura. Sento Giuda, e satana: che urla dentro di lui. Padre, ti chiedo perdono se ho dubitato. Ma mentre la frusta mi scopre le carni e l’uomo si da il cambio, per potere inveire con più forza e cattiveria su di me, io ti prego, Padre: salvami e salva l’uomo, illuso da satana.
 Visione: Gesù è in un lago di sangue. Brandelli di pelle e carne sono tutti intorno a lui. Gesù, colpito cento o forse più volte dalla frusta, non emette un gemito: ma, in silenzio, affronta il suo dolore. A volte, sembra non essere legato a quel ceppo: ma sparisce e rimane un'immagine trasparente di luce, come un faro che l’uomo colpisce e colpisce ancora: perché, colui a cui non è stata trovata nessuna colpa, deve essere punito. La terra si fa rossa intorno a lui. Il tempo sembra fermarsi: ma non è così, perché la mano, armata da satana e guidata da satana, colpisce e colpisce ripetutamente. E anche le parole, sono insulti al Figlio di Dio. Gesù, terminato il macello - con la forza che solo Dio gli può dare - si regge ancora in piedi e viene condotto davanti al popolo, che invoca la sua crocifissione: liberando chi ha ucciso, condannando chi è innocente e puro.
 Gesù: condotto come un agnello, esco dalla tortura, per essere giudicato dal popolo di satana. E' questo che vuoi, Padre? Dimmi: è questo? Se è ciò che vuoi: sia fatta la tua volontà. Ma ti prego di non punire l’uomo, per ciò che mi sta facendo, ma perdonalo. Il mio destino era già scritto, e l’uomo non cambia idea. Se condotto da satana, l’uomo colpisce, strazia e uccide - a parole e fatti - e condanna l’innocenza e la bontà. Padre, perdonalo, mentre satana urla: croce, croce, crocifiggilo! Ed è questo il destino. Una pesante croce viene messa sulla mia schiena. Ti invoco, Padre: aiutami a portarla! La croce pesa, e cado sotto il peso di questo legno: carico di tutti i peccati dell’uomo. Pesa e cado, mentre il popolo di satana urla, impreca, sputa contro di me. Incrocio - per un attimo - lo sguardo, gli occhi di mia madre: ecco la mia forza! Colei che mi ha dato la vita, per opera di Dio, mi ricorda che la fede può tutto e vince tutto, e può dare la vita. Ed io, Gesù, ne sono la prova. E cado, ed è la terza volta ormai. Vedo il monte che mi ospiterà nelle ultime ore della mia vita. Qualche passo ancora e le mie braccia si stendono sulla croce. I miei piedi si uniscono a lei, tramite un chiodo. Il dolore è tremendo. Ma tu, Padre, mi dai la forza per non cedere: la forza dell’amore per te, sconfigge satana. Un gemito esce dalle mie labbra, quando la croce si innalza, e mi sembra che si innalzi in cielo. Mi sento più vicino a te, Padre. Ma questa piccola gioia svanisce, appeso a questo legno, con i chiodi che mi uniscono a lui. Un ladrone mi chiede perdono - e così sia! - l’altro andrà, con satana, negli inferi. Vedo e sento mia madre. E cerco di consolarla, mentalmente. Mi danno aceto, al posto di acqua. Mi danno odio, al posto dell’amore che io ho per loro. Un colpo di lancia - come misericordia - colpisce il mio costato: impedendo all’uomo, per misericordia del Padre, di spezzarmi le ossa. Eccomi, Padre, vengo a te!
 Visone: ho visto tutto il percorso di Gesù. Ho visto il suo martirio, il giudizio del popolo e la salita al monte. Nessun uomo - se non con l’aiuto di Dio - può resistere a tanto dolore, a tanto orrore. Nessun uomo, se non il Figlio di Dio, può sopportare tanto! Ho sentito gli insulti, mentre Gesù saliva al monte: la cattiveria contro chi, innocente, inciampava sui peccati dell’uomo. E ora lo vedo là, appeso ad una croce. Intorno a lui, uomini senza fede e senza Dio. Alla sua morte tutto si oscura. L’intero mondo conosce le tenebre. E l’uomo si chiede chi ha crocifisso. Per la prima volta, forse, l’uomo si chiede cosa ha fatto: perché, ora, ha paura. La paura conduce l’uomo, e lo fa avvicinare a Dio. Quando l’uomo teme: allora prega e si ricorda di Dio. Giovanni e Pietro si guardano in faccia, e si sentono dei traditori. Mentre Giuda è sparito dal mondo: e in eterno si pentirà, nel dolore di ciò che ha fatto.
Gesù: in veste normale, bello nelle sue vesti, torna a parlarmi: Hai visto, fratello, la potenza di Dio, mio Padre? Ho compiuto, fino alla fine, la sua volontà: ho seguito il mio destino, da lui scritto e ho vinto. Sì, ho vinto satana, ho vinto la morte! Dio ha vinto. E anche l’uomo vince, se segue Dio. Di una cosa sono dispiaciuto: ho chiesto al Padre di perdonare l’uomo, per ciò che ha fatto. Ma mio Padre mi ha risposto che non sarà così: l’uomo pagherà per i suoi peccati. E ancora oggi è così: il malvagio, il superbo, il dèmone non vincerà sulla giustizia divina. Perché, se no, non sarebbe giusto. Io sono al fianco del Padre, per sua volontà, perché ho seguito la sua volontà e non quella di satana.

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