giovedì 7 marzo 2019

San Francesco

Fratelli e sorelle di questa era, vi saluto umilmente: io sono Francesco, umile servo di Dio e - come ho detto tante volte - non degno di stare al suo cospetto. Guardo il vostro vivere, fratelli e sorelle, osservo il vostro fare. Ascolto - quando Dio vuole - i vostri pensieri, i vostri dialoghi tra fratelli. E purtroppo noto che i tempi cambiano, gli anni vanno avanti: i giorni, le ore, i minuti, si susseguono. Ma voi, uomini e donne, non fate altro che peggiorare il vostro rapporto con Dio e, di conseguenza, tra di voi. Perché, che ne diciate, con tutte le vostre nuove forme di Credo - a dir poco superflue o nate per arricchire qualche uomo o donna, ma che non c’entrano nulla con l’unico vero Dio - se non amate Dio, non amate i vostri fratelli, le vostre sorelle. Perché Dio dice: Ama il prossimo come te stesso. Mentre voi calpestate il prossimo, per emergere ed avere potere sui più deboli. E i risultati si vedono, fratelli. Sì, si vedono: nell'aumento della povertà, della disperazione tra i deboli, tra gli emarginati. Negli ammalati lasciati soli, e in certi Stati e Paesi di questo mondo lasciati morire: perché nessuno si prende cura di loro. Io, Francesco d’Assisi, vi dico: Dio abbia pietà di voi. Abbia pietà e sia misericordioso verso l’ingrato ricco, che butta il suo denaro e non dona nulla ai poveri. E mi auguro - vi auguro! - che la misericordia di Dio scenda su di voi, quando arriverà il momento del giudizio davanti a lui, che tutto può. Permettetemi di dirvi che state sbagliando tutto. Già tanti messaggi avete ricevuto, che vi spronano a cambiare strada: a non credere a chi vi promette ricchezza e gioia terrena, donandovi un lavoro atto a colpire il debole o il giusto. Dio vi chiede di cambiare, di diventare suoi figli, di tornare a lui: come il figlio che era andato ed è tornato, pentito. Perché così, con questo comportamento lussurioso e immorale, Dio Padre non vi riconosce come figli: perché siete come animali sbrancati, lupi assetati di sangue di agnelli innocenti. E per vostra informazione: saranno gli agnelli innocenti - quei pochi che sono - a salire in cielo. Mentre voi: di voi, Dio abbia misericordia! Io, Francesco, prego perché voi - uomini e donne di questo mondo - cambiate e diveniate giusti e buoni: per cambiare e salvare il salvabile, in questo vostro mondo. Io, umile servo di Dio: sdraiato, volto a terra, davanti alla santa croce del Figlio di Dio, prego il Signore Dio nostro: di avere pietà di voi, dei vostri figli, e di tutti gli uomini e donne che credono in fantasiosi modi, per raggiungere la pace e la vita eterna. Eccomi, Signore: prostrato e in ginocchio davanti a te, contemplo la croce. Per il dolore del tuo santo martirio, che l’uomo ti ha inflitto, umilmente ti chiedo: Perdona questi tuoi fratelli e queste tue sorelle, che vivono come satana vuole. Perdona loro, perché non sanno cosa fanno, e perché non credono in Dio e non rispettano le sue leggi. Gesù, misericordioso e giusto, ti prego di avere pietà di coloro che ancora oggi, con il loro fare, ti insultano e non son degni di essere chiamati tuoi fratelli e tue sorelle. Perdona i genitori, che non insegnano ai figli ad avere fede. Perdona i figli, che vivono per l’esagerazione e per il divertimento: per il provocare dolore ai più deboli, e fare uso e abuso del loro corpo e della loro vita, senza pensare che è il bene più prezioso che hanno. Salvali, mio Dio, salvali e portali con te nel tuo regno. Ti prego umilmente, insieme a tutti i Santi, di salvare queste tue creature: così ribelli e irriconoscenti. Salvali, mio Dio. E la tua misericordia infinita scenda su di loro, e con loro rimanga sempre. Di questo, io, Francesco, umile tuo servo, ti prego.

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