sabato 22 luglio 2017

San Francesco D'Assisi


Tu, mio Signore, mio Dio, mi hai dato la grandissima grazia - nella tua immensa misericordia - di farti conoscere da me, uomo peccatore e iroso qual'ero. E tramite la tua parola, il tuo Santo Spirito, mi hai fatto cambiare la mia vita insignificante in una vita vera, al tuo servizio: umile, ma mai abbastanza, nei tuoi confronti e in quelli dei miei fratelli e sorelle. Obbediente, ma mai abbastanza: a volte infatti ho vacillato, davanti alla tua sì dura parola, al tuo volere, quando molti non capivano e credevano che fossi pazzo. La tua misericordia mi ha salvato, il tuo volere mi ha guidato. E ora sono qui ad ammirarti, in paradiso. Santo, per volere della tua Chiesa, ma umile: come sempre e più di prima, per poterti dire quanto ti amo, senza peccato né vergogna davanti a te, mio Dio.
Io, Francesco, ringrazio te, mio Signore e il Regno tutto, per questa gioia che mi è stata donata. È una gioia sì grande, che ogni uomo, ogni donna può ricevere: è un dono che Dio mette dentro ad ognuno di noi quando, ancora prima della nostra nascita, gli angeli ci cullano nel grembo materno. Un dono tanto grande, che nel crescere - per fatica e per incredulità, e per volere della società attuale - lo si perde, e si diventa servi dell’uomo e non più di Dio. E l’uomo, si sa, è molto facile da aggirare. E il demonio con l’uomo ci gioca, ora più che mai. Ed è da sempre che questa storia di vita (è) fatta di violenza, di potere, di denaro, di morti: uccisi dalla fame, dalla sete, dalle malattie create e volute dall’uomo per sterminare i più deboli - come le guerre tra potenti, che uccidono donne e bambini: bella potenza, vero? - o per religione. Solo scuse, per avere potere e imporre la legge del più feroce. La paura, per una vita condotta dal più cattivo e non dal più saggio: senza fede nel Dio giusto, di pace e amore. E amore senza fede nella verità, nella giustizia divina, nelle leggi di Dio. Senza gioia, nel vivere una vita sempre più difficile e faticosa: una gioia che solo Dio può dare nella difficoltà. Senza l’amore vostro per Dio: ma dove pensate di andare? Ve lo dico io: verso la vostra fine.
Io, Francesco, vi dico: prostratevi ai piedi di Dio, sdraiatevi a terra davanti a lui. E pregate che abbia clemenza e vi perdoni, perché se no conoscerete veramente la sua ira. Voi, uomini e donne, non credete a queste parole che il regno di Dio vi dona. Ma sarete voi, i vostri figli e i figli dei vostri figli, a subirne le conseguenze: conoscendo la giustizia divina.

Signore Dio, onnipotente ed eterno,
io, umilmente ti prego: salva il tuo popolo.
Guarisci le ferite che l’uomo, malefico e feroce, ti provoca
con l’amore della preghiera, di chi ti prega con amore e fede.
E aiuta il tuo popolo a riprendere la giusta via
un po’ persa, per la ferocia, per lo stordimento
che il nemico - forte e molto ascoltato da tanti - sta creando
anche nei tuoi fedeli e nella tua casa: la Chiesa tutta.
Signore, fai scendere il tuo Santo Spirito
ad illuminare i tuoi sacerdoti, i tuoi consacrati,
perché sappiano riprendere il ruolo
che tu, Dio onnipotente, gli hai donato
e cioè di Pastori del popolo:
senza paura né tentazioni,
senza distrazioni e senza peccato.
Aiuta, mio Dio, a venire fuori dal deserto di fede il mondo intero,
guidandolo come faceva Gesù:
predicando alla folla.
Aiutali, Signore, perché loro non sanno
e non capiscono cosa stanno facendo:
storditi e deviati dallo sporco gioco del nemico comune, satana.
Grazie, mio Dio, per ciò che fai e farai.
E sempre sia fatta la tua volontà, e mai quella dell’uomo.

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