Eccomi a voi, vescovi, sacerdoti, consacrati della casa di Dio. Eccomi a voi e al popolo tutto.
Sono Pietro: eletto da Gesù a capo della Chiesa cristiana, che a quel tempo - il tempo in cui io ho vissuto insieme al Maestro - era un movimento nascente, di uomini e donne che pregavano e credevano in Dio, con una fede e una convinzione tale che neppure la morte li fermava dal professare il loro Credo, le loro ragioni: la dottrina che Dio - tramite suo Figlio e i suoi profeti - insegnava al popolo.
Grandi parole come pace, come non uccidere, come ama tuo fratello, tua sorella, come te stesso: grandi parole che facevano capire che Dio - l’Onnipotente e unico Dio - è un Dio di pace e di libertà: un Dio senza obblighi né costrizioni, un Dio che chiede solo amore in cambio della vita eterna.
Allora io mi chiedo: cosa sono tutti questi obblighi che voi, uomini della casa di Dio, avete imposto al popolo? Volete forse sostituirvi a lui? E cosa è tutto lo sfarzo, che ha fatto diventare la casa di Dio una casa ove il povero ha timore ad entrare: una casa troppo lussuosa e con porte chiuse alla gente, che ha bisogno di incontrare Dio nella sua casa? Cosa è che ha fatto così cambiare il fare e il modo di agire di voi, pastori, cristiani cattolici?
Perchè tante scissioni, tanti cristiani, con tanti nomi nel mondo? Non credete forse che Dio è uno, unico? E quante discussioni, quanti divieti, quante difficoltà per chi si vuole avvicinare a Dio: sono veramente troppe. Dio è amore, Dio è pace, Dio è...! E invece lo avete riempito di leggi, di denaro, di paura: tanto da dovervi chiudere come topi in gabbia.
Gesù diceva: Lasciate che i bambini vengano a me. E voi invece cercate di allontanarli, con l’imposizione di leggi e di un Credo che sembra una dittatura. Forse vi siete dimenticati che i bambini sono i più vicini a Dio, che il loro cuore è puro. Ma se parlando di Dio li spaventate, prenderanno la dottrina cristiana come un obbligo e non un piacere: come un aula dove essere giudicati e non aiutati, come un luogo di proibizione e non di libertà e gioia. E appena potranno fuggiranno, o ancor peggio non si avvicineranno neanche alla Chiesa, casa di Dio.
Gesù ci ha insegnato a perdonare. Gesù ci ha insegnato che per Dio e con Dio si accetta anche la morte, e la morte più dura. Ci ha insegnato a perdonare e non a giudicare, perché chi condanni oggi e giudichi domani non tornerà. Ma se lo aiuti e lo perdoni, sarà per sempre tuo fratello o sorella.
Vi chiedo, voi che siete alla guida del popolo cattolico dei cristiani: io, Pietro, vi chiedo: Unitevi. Non fate che l’uomo, il vostro io, il vostro Credo, vi divida. Ma unitevi, in un'unica grande casa di Dio. Lasciate gli ori, le gemme e gli sfarzi, e andate incontro ai poveri. Perché questa è la casa di Dio, questo è Dio. Non abbiate paura, perché chi fa la volontà di Dio sulla terra sarà con lui nel suo regno. E la vita sarà eterna.
Non continuate su questa dottrina proibitiva, fatta di leggi che neanche un teologo capisce. Ma offrite amore, libertà e perdono, per tornare a riempire le vostre chiese. E per tornare a tendere la vostra mano al povero, al sofferente o a chi in Dio non crede. Il popolo ha bisogno di Dio, ha bisogno di pastori che con parole di bambino gli facciano conoscere Dio, e non con leggi e proibizioni.
Spero che la Chiesa torni ad essere una chiesa missionaria, in mezzo ai popoli. Perché una Chiesa così ligia e troppo burocratica, io, Pietro, vi dico: avrà ben poco futuro.
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