mercoledì 19 novembre 2014

Il Misterioso

Il personaggio misterioso si presenta a noi, ancora una volta: con il suo librone, sul suo trono. E come al solito non riesco a capire di chi si tratta, e nemmeno lui me lo dice. Sospira, apre il libro, gira una pagina. Mi guarda, e mi sorride. E inizia il suo racconto, leggendo la pagina che ha sotto. Caro messo, eccomi ancora all’uomo: per portare all’uomo la parola di Dio Padre, scritta in questo libro, ove si narrano le gesta dell’uomo, nella sua vita: già scritte, da chi tutto sa. Senza indugiare oltre, mi appresto a leggere ciò che Dio scrive. E sempre sia fatta la sua volontà. Uomo, tu sei una mia creazione. Allora ti chiedo: perché mi sfuggi, come animale che teme il predatore dal quale fugge per salvarsi? Uomo, non è me che deve temere. Io ti ho creato, ti ho dato tutto quello di cui tu avevi e hai bisogno. No, uomo: non è di me che devi preoccuparti. E' vero: devi temere la mia ira; ma la mia ira è lenta, e la mia misericordia è tanta. Sì, è veramente tanta: come il bene, l’amore che ho per te, che mi fa sempre sperare che tu ti salvi. Che tu, invece di proseguire per la tua strada ti fermi, rifletti, e inverti questa rotta che ora hai, e che non ti porta da nessuna parte. Ed è strano, che pur guardandoti intorno e sentendo le grida di chi soffre, di chi muore, per colpa del fare di tuoi altri fratelli o sorelle - o peggio ancora, per colpa tua, della tua pace propria e della tua accidia - tu continui imperterrito per la tua strada: quasi come se il dolore degli altri, il loro morire di stenti o per mano dei tuoi fratelli, è cosa che non ti riguardi. Certo, tu preferisci la tua vita. E mai rischieresti un solo denaro, un solo minuto, un solo pane, per aiutare chi soffre: per non essere giudicato come debole, come sentimentale, come caritatevole. Bene, allora io ti dico: quello che tu non fai ad uno dei tuoi fratelli, tu non lo fai a me. E io te ne chiederò conto, quando alla fine dei tuoi giorni forse per una volta mi abbraccerai, per poi non vedermi mai più. Non me devi temere, ma colui che da me ti sta allontanando. E che oggi è più che mai seducente e ingannatore, tanto che miete vittime in continuazione, grazie alla tua lontananza da me: tuo Dio, tuo Padre, tuo Creatore. Ti dico - come ti è stato già detto - che la sabbia, dentro la clessidra del tuo tempo, già sta scorrendo. Ho girato questa clessidra, che da secoli era ferma: perché così, tu, uomo, non puoi andare avanti. E chi continuerà nella sua opera distruttiva e feroce, sarà a sua volta distrutto; e chi uccide per nome di un Dio sconosciuto, sarà condannato a servire il Dio della morte e del dolore, per tutta la sua vita. Perché non c’è nessun uomo al mondo che possa togliere la vita ad un altro uomo, senza subire la mia ira. Ora io ti dico: figlio torna a me, torna da tuo Padre. Le mie braccia sono aperte: pèntiti e torna da me, e il mio regno per il tuo ritorno farà festa. Abbandona, uomo, la strada che ti porta alla distruzione, allo scontrarti con me. Perché, ricorda: non lascerò mai il mondo intero in mano al demonio. E se tu, figlio mio, continuerai a seguire il demonio, sarò costretto ad abbandonarti e a fermare la tua vita: salvando chi mi ama, salvando il giusto, salvando il gregge e i pastori; salvando i miti, gli onesti, gli umili e i fedeli. Ma punendo duramente il malvagio, e chi di sangue innocente si sporca le mani. Detto ciò, il Misterioso chiude il librone. Si alza dal suo trono e lentamente sale al cielo, scomparendo dalla mia vista.

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