giovedì 18 settembre 2014

Santa Rita

Fratelli e sorelle, io, Rita, vi saluto e vi porto un messaggio. Sempre per volere di Dio, perché tutto deve essere secondo il suo volere, e tutto deve essere secondo la sua volontà: sempre e comunque. Detto questo, mi viene da chiedervi: perché fate di tutto per non ascoltare gli insegnamenti di chi vi ha creato: di chi vi conosce da sempre; di chi vi conosce ancora prima che vi formiate dentro al grembo materno? Ognuno di voi, ognuno di noi, è figlio di Dio: è parte di questo mondo, per volere di Dio. Anche quando sembra che, invece, si venga al mondo - a volte - per dispetto ai genitori; o alla madre sola, e magari senza mezzi di sostentamento, per lei e per il suo bambino. Io, Rita, vi dico: quale dispetto può essere la nascita di una nuova vita? Una nuova vita porta gioia, e non dolore. E porta cambiamenti, e a volte sacrifici e cambi di vita, di stili di vita immediati. Non vi viene da pensare che forse è proprio questo che Dio vi sta chiedendo, con il dono più grande che possa farvi? E allora perché, a volte, si sente gridare di dolore la madre, per una nascita non voluta? A volte si vede la madre interrompere una vita, non voluta, senza apprezzarne il motivo: del perché è venuta. E che dietro a quello che lei chiama un errore, c’è molto di più: un modo per redimersi, un modo per pentirsi; un modo per cambiare vita, e magari abbracciare la fede, la croce di Gesù. Un modo per dire a Dio: Grazie! E ora, ti prego, aiutami! Perché nessuna madre è sola, se non si fa corrompere dai pensieri demoniaci: che non vogliono la nascita di un altro probabile cristiano, e che ne cercano - come con Gesù - la sua morte. Mentre la madre, che pone fine alla vita del figlio, tristemente pone fine anche alla sua. Perché il rimorso, il dolore, le rimarrà per sempre. Non distruggiamo la vita, ma amiamola: che non sia mai un uomo a porre fine alla vita di un altro uomo, ma che sia solo Dio a cogliere la vita - nostra, dei nostri figli, dei nostri cari - quando è il momento giusto. Ma noi, perché ciò sia fatto e perché ogni vita non sia mai buttata, dobbiamo pregare Dio: che sia sempre fatta la sua volontà. E mai, quella del maligno! Così incalzante e feroce, oggi e sempre. Guardando il vostro mondo, la vostra vita, ora, vedo chiaramente gli effetti del demonio sull’uomo. Guerre, violenze, sono sempre in crescita e sempre più feroci. Siete circondati da guerre, che vi erano state già preannunciate e che potrebbero sfociare in un grande conflitto mondiale: per ragioni di terra, di potere e di religione. E' triste combattere e uccidere in nome di Dio: di quale Dio, mi chiedo? E' triste lasciare parlare le armi, e non la parola, la fede. E' diabolico uccidere in nome di Dio. E chi uccide in nome di Dio, uccide in nome del demonio: perché è l’unico che inneggia alla violenza e al dolore; è l’unico che si nutre del dolore dell’uomo. Basta combattere! Deponete le armi. E' Dio che ve lo dice, e ve lo ordina. Basta! O affogherete, voi stessi, nel dolore che state creando. E la vostra sarà una vita di stenti e di dolore, che vi condurrà alla fine eterna: nell’inferno, che Dio ha creato per tutti i malvagi.

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