sabato 19 luglio 2014

Giovanni Battista

Uomo, donna, voi siete creature Dio: lo sapete questo? Voi e tutto il mondo siete creature di Dio Padre, l’onnipotente. Nel vedervi vagare, senza meta né futuro, sulla terra che Dio ha preparato per voi, mi viene da dire: siete veramente miseri, siete veramente irriconoscenti verso colui che vi ha dato tutto; siete veramente un popolo lontano da Dio, e per questo lontano dalla salvezza. Sapete, io sono Giovanni Battista. E se conoscente un po’ la mia vita, sapete che ho vissuto duramente e non sono abituato ai mezzi termini: soprattutto quando si parla di Dio, di fede, di amore per Dio - l’unico e vero Dio - perché tutto il resto sono solo sciocchezze; sono solo cose senza fondamenta né verità, sono illusioni: che il vostro nemico vi mette davanti per farvi cadere, per farvi deviare dalla strada giusta. E cadere nell'oblio del peccato o nella tentazione, della ricerca di altre fonti di verità e di vita; tentazioni che servono solo a farvi perdere tempo: il tempo prezioso, che dovreste impegnare lodando e pregando Dio. E invece? E invece siete come foglie in autunno: quando seccano, e prive di vita si fanno staccare e portare ove il primo vento, la prima aria, tira. Vagando a volte, senza meta, per lunghi periodi. Posandovi a volte in terre straniere, a voi sconosciute, in mezzo a persone che cercano di portarvi con loro: senza dirvi che loro servono chi vi farà finire. Ma vi dicono soltanto che, con loro, la vita è facile e semplice: basta ignorare gli altri, ignorare la propria coscienza, ignorare ciò che Dio insegna. E praticare l’ira e la violenza. Oppure - peggio ancora - il potere, su chi non si può difendere, e deve subire. Ho incontrato popoli, nel deserto, che erano come voi: alla ricerca del loro piacere e del loro benessere. Chi mi ha ascoltato ora è salvo, qui con me, nel regno dei cieli. Chi ha continuato a vagare e razziare, ora non so più dove e chi sia: qui non ci sono, e di loro nessuno si ricorda. Neppure i loro figli si ricordano dei loro padri, e a volte li disprezzano. Proprio come voi fate con Dio: lo disprezzate, e vi ricordate di lui solo per bestemmiarlo; incolpandolo di cose e di fatti che invece dipendono solo ed esclusivamente da voi, e dal dio che seguite. Cercate rifugio in religioni, in credi, in modi di vita che sono semplicemente ridicoli. Tutto perché essere cattolici, seguire Dio, impone dei doveri e dei sacrifici: sacrifici di cui non volete neppure sentire parlare. Perché è più facile criticare che ragionare, è più facile disobbedire che obbedire; è più facile incolpare che essere incolpati o sentirsi in colpa; è più facile camminare senza Dio che con Dio. Che come un padre premuroso, da tempo, vi ha detto cosa dovete fare e cosa non dovete fare. E' più facile seguire le vostre voglie, le vostre ambizioni; seguire la carne, che seguire lo spirito e la saggezza. Perché Spirito e saggezza sono di Dio, forza e sacrificio sono di Dio; amare il proprio fratello è una legge di Dio: non tradire, non rubare; amare la propria moglie, il proprio marito; non giudicare, rispettare i genitori che vi hanno accudito quando ancora non potevate fare nulla da soli. E il più grande dei genitori, il padre più grande è Dio, che vi conosce da prima ancora che incominciaste a formarvi nel grembo materno. Siete ipocriti e falsi; siete alla ricerca di una felicità falsa, come voi: che si dimostrerà in tutta la sua verità, togliendovi il dono più grande che un padre possa fare al figlio: la vita eterna. Ancora c’è un piccolo popolo, sulla vostra terra, che tiene ferma l’ira e la mano destra di Dio; ancora un piccolo popolo prega e ama Dio. Mettendo in pratica le sue leggi, e chiedendo a Dio di avere misericordia e pietà del mondo intero: ancora c’è. E dovete sperare che questo piccolo popolo - nomade, in un deserto di malvagità e ingiustizia - continui il pellegrinaggio di fede e di amore per Dio: perchè questa è la salvezza del mondo intero. Le mie sono parole dure: sono parole che forse incutono paura, ma chi ama Dio non deve temere nulla da lui. Né nella gioia né nel dolore, perchè Dio ama il suo popolo.

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