mercoledì 18 dicembre 2013

Gesù

Salve a voi, fratelli e sorelle. Sono a voi per fare a tutti voi, figli di Dio, gli auguri per un buon e felice Natale. Sapete: non ha importanza il fatto che il giorno che voi festeggiate rispecchi esattamente il giorno della mia nascita. No, non è importante il giorno. Ma è importante che vi ricordiate, in un giorno dell’anno, che Gesù, Figlio di Dio - salito sulla croce per tutti voi, uomini e donne - è nato. Nato come uomo, vissuto come uomo; morto come un uomo. Ma per volere del Padre suo - Dio onnipotente - resuscitato, vincendo la morte. Perché ricordare che io, Gesù, sono nato: perché ricordare che il Figlio di Dio è nato? Io vi dico: Guardatevi attorno. Guerre, violenze, distruzioni, orrori compiuti dall’uomo: in questo troverete la risposta. Io sono venuto in mezzo a voi - uomini e donne - parlando di pace, di amore; dimostrandovi che con la fede in Dio - l’unico e vero Dio, mio Padre - si può guarire, curare; fare tutto ciò che l’uomo, anche con la sua intelligenza e con la sua scienza, non riesce a fare. E voi, invece, continuate e perseguire la strada della distruzione, dell’odio tra fratelli. Invece di predicare e parlare di pace, continuate a sentirvi esseri superiori: di fronte a chi vi tende la mano, chiedendovi aiuto; umiliandosi, di fronte a voi che non siete nulla. Non siete neppure degni di toccare le sue sporche e misere vesti. L’umile, il perseguitato, il povero, l’ammalato - colui che vive grazie alla provvidenza divina, e che crede nella sua misericordia e nel suo perdono - per voi non è nulla: un essere insignificante, al quale nulla dare, perché nulla vi può dare. Siete degli stolti, perché per me - Gesù - quello è mio fratello. E vi da più di quanto voi - che io non conosco - potete immaginare, perché si umilia davanti a voi. E se non lo fa come persona, lo fa guardandovi negli occhi, dicendovi: Non ho nulla, aiutami. Ma i vostri occhi sono come specchi freddi: e invece di ricevere la sua domanda di aiuto, il povero riceve il vostro sguardo austero e freddo, provocandogli altro dolore - provocandomi altro dolore. Non avete nulla da donare a chi, vicino o lontano da voi, soffre - dite - perché la vita è dura. E intanto? Intanto vivete nello spreco. Ma non c’è nulla per il povero. Intanto vi fate regali costosi e superflui, e non donate un po’ di denaro a chi ne ha veramente bisogno per potere vivere. Intanto acquistate auto o regali costosi ai vostri figli, ma non c’è nulla per chi non riesce a nutrirsi o a vestirsi, per chi ha bisogno di aiuto. Se vi guardate attorno - cancellando dai vostri occhi l’avarizia; e dal vostro cuore la superbia, che non lascia posto all’amore per il prossimo - vedreste che con poco, ma dato con amore e continuità, potreste fare veramente del bene; e sentirvi delle persone migliori. Ho detto che questo è un messaggio di auguri, ed è così infatti. Io mi auguro che - nel giorno in cui l’uomo festeggia la mia nascita - l’uomo cambi, e si metta a seguire le leggi che mio Padre gli ha donato, camminando sulla terra in umiltà. Perché in ogni momento, in un attimo, la tua vita può cambiare. E potresti tu avere bisogno di tuo fratello, magari proprio quello che hai abbandonato. Ecco, fratelli e sorelle, cosa voglio per me e per voi nel giorno in cui ricordate la mia nascita. Voglio che la vostra vita si riempia di umiltà, di amore verso Dio e di carità verso i poveri: senza false scuse, senza farvi schiavi del denaro - arma che il demonio ha sempre usato, per fare sì che l’uomo cada tra le sue braccia. Ai vostri figli fate un regalo in meno, ma regalategli più amore. E dategli il modo di conoscere ed amare Dio: questo è il regalo più grande che gli potete fare. E un giorno, di questo regalo certo vi ringrazieranno: quando saranno chiamati a loro volta, da mio Padre, figli; e li attenderà la vita eterna. Carità, umiltà, amore per Dio e fede - tanta fede in Dio: questo è quello che io voglio, dall’uomo, come regalo per il mio compleanno.

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