giovedì 4 luglio 2013

Karol Wojtyla


02 luglio 2013
Eccomi a voi, popolo di Dio. Eccomi a voi, ancora una volta - per volere di Dio - con la possibilità di dire ancora, a voi, qualche parola; qualche piccolo suggerimento. Da parte di un vostro fratello che, grazie alla misericordia di Dio, ora è nel suo regno a godere della vita eterna.
Sapete, io, Karol o se preferite semplicemente vostro fratello, ho passato la guerra - con le sue atrocità, con il dolore e la voglia di sangue, versato del demonio, che impossessatosi del uomo lo ha condotto a fare cose impronunciabili e indicibili: perché solo a pensarle provocano dolore. Questa guerra, avrebbe dovuto insegnare all’uomo che seguire il demonio, seguire la propria voglia di potere e conquista, non porta altro che dolore e sangue versato da innocenti; nonché devastazione. Ancora oggi, l’uomo dimostra di non avere capito nulla; ancora oggi, l’uomo dimostra tutta la sua debolezza: appoggiando l’uno o l’altro potente, in cambio di promesse vane e false. Ancora oggi, l’uomo non ha imparato che c’è un'unica via di salvezza; che c’è un'unica strada da seguire, ed è quella di Dio e di suo Figlio, Gesù.
I cristiani, da tempo sono stati i più perseguitati; e anche in questo tempo, ancora, cadono martiri sotto la paura - che diventa violenza - di chi teme la grande forza della pace; la grande forza dell’amore, di cui un cristiano deve essere sempre testimone. In nome di falsi dèi, di promesse di potere e di comando, su popoli e nazioni; in nome anche - e questo è grave - della pace, l’uomo ancora oggi è in guerra con i suoi fratelli: che hanno ideali, fede o cultura diversa da lui. E invece di vivere in pace, condividendo le idee altrui, aumentando in ogni popolo l’uguaglianza, la fratellanza - l’unità contro gli impostori, e contro chi dice: Uccidi, perché quello è tuo nemico – l’uomo, invece di ribellarsi e dire: No! Quello non è mio nemico: è mio fratello, e non alzo la mano contro mio fratello, per fargli del male; ma la porgo a lui, in segno di pace - l’uomo si lascia ancora una volta intorbidire dal demonio. E allora uccide, e rende schiavi: allontanando, sempre di più, la parola pace dal mondo e dalla sua vita; allontanando da lui la parola di Dio, e quello che Dio insegna - da sempre - ai suoi figli.
Quanta tristezza mi coglie, fratelli e sorelle, nel vedere l’uomo - ogni giorno - commettere crimini talmente gravi di cui non avrà nemmeno il tempo di pentirsi. Andando così incontro al giudizio divino, al giudizio di Dio, che all’uomo ha insegnato le sue leggi. Ha insegnato come vivere in pace, con i suoi fratelli e con le sue sorelle; e che chiunque incontri - che sia di un altro Stato, di un'altra Nazione, di un'altra parte della Terra - è sempre tuo fratello o tua sorella. Proprio quel Dio che ha insegnato all’uomo tutto questo, giudicherà chi si macchia ogni giorno di tante atrocità: contro la vita, e contro il suo volere. Ma Dio ha insegnato molto di più all’uomo: tramite suo Figlio, Gesù; tramite i profeti, tramite e comunque sempre la sua parola. E l’uomo? L’uomo ha fatto di questi insegnamenti solo un ricordo, o forse neanche. E gli ha chiusi nel posto più lontano da lui, in modo che mai gli tornino alla mente: perché è più comodo dimenticare e nascondere, che fare i conti con la propria coscienza.
L’unico modo possibile per vivere in pace, è abbandonare il proprio volere e la voglia di onnipotenza, che sta accecando l’uomo - da tempo - spingendolo a voler cercare di imitare Dio, o addirittura cercare di fare sembrare vano ciò che Dio ha compiuto o che compie. Ma, in verità, tutto quello che l’uomo cerca di fare, Dio lo ha già fatto; e l’uomo non può fare altro che copiare. Con una differenza sostanziale - e che, per l’uomo, si dimostrerà letale - che Dio sa cosa ha fatto e cosa fa, l’uomo no; e poi, ne pagherà le conseguenze.
Nel mondo manca pane, e l’uomo crea armi; nel mondo manca acqua, e l’uomo invade e schiavizza popoli più deboli, per il petrolio; nel mondo manca la pace, e l’uomo va con le armi a portare la pace nel mondo. Manca la fede in Dio, e l’uomo? L’uomo non sa cosa fare, perché anche lui non conosce Dio. Che cosa tremenda, pensare che pochi missionari, pochi volontari, pochi uomini, si prodigano ogni giorno per portare cibo, e acqua e medicine a chi non ha nulla. Mentre il resto del mondo, sembra essere indifferente.
Nel mondo ci vuole pace, ci vuole amore; ci vuole fede in Dio e nel suo regno. Bisogna riprendere in mano il crocefisso, impugnare la croce e camminare tra le gente, portando la parola di Dio a chi se l'è dimenticata. Bisogna ravvivare il cammino degli Apostoli, seguendone la tracce: camminando tra il popolo, portando al popolo Dio. E non importa se sarete cacciati, perseguitati, in nome di Dio - no, non importa! - perché Dio vi premierà, con il premio più bello.
Poniamo fine alle violenze e alle atrocità contro la vita, con il nostro Credo. E dimostrando, al mondo intero, di essere veri cristiani: degni figli di Dio, e suoi più umili servi.

Nessun commento:

Posta un commento