mercoledì 22 maggio 2013

San Michele Arcangelo

Il cielo sembra aprirsi: un canale di luce bianca, intensa, scende. E come al solito, anticipa la discesa di qualche personaggio del regno di Dio. Lentamente, dall’alto, scendono tre figure che - una volta arrivate a giusta distanza - riconosco come i tre arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele; con Michele davanti, e quattro angeli a seguirli. Si avvicinano, fino a poterli vedere distintamente e sentire ciò che hanno da dire. Michele, l’arcangelo scelto da Dio per dominare e combattere satana, è lui a prendere la parola.

Salve a te, messo. Per volere di Dio siamo venuti a parlare all’uomo. Ancora una volta, eccomi: io, Michele, difensore dell’uomo - che combatto il Male e il dèmone che lo scatena - con la mia milizia e con la forza che Dio mi ha dato, ancora una volta sono qui, per mettere in guardia l’uomo dal suo più grande nemico: satana.
Ogni momento, in cielo e sulla terra, un dèmone attacca un uomo. Con la sua spregiudicatezza, con la sua esuberanza, con tutta la furbizia e la cattiveria che satana gli ha dato, attacca l’uomo; e la battaglia si scatena: la lotta dei miei angeli - delle mie milizie, allertate dall’attacco del dèmone che cerca di carpire un altro uomo, un altro figlio di Dio - si fa forte. E a volte, con nostro grande dolore, ci tocca ritirarci: perché l’uomo sceglie di stare con il dèmone. È triste - credetemi! - è triste dover essere sopraffatti dalla volontà dell’uomo. L’uomo: troppo lontano da Dio, troppo lontano dalla fede, troppo lontano dal vivere secondo le leggi di Dio; ma inglobato e assurdamente raggirato dalla sua superbia e dalla sua prepotenza, che gli dice di imporsi davanti al volere di Dio; di giudicare per Dio e di non ascoltare Dio, ma quella che è la sua volontà: la volontà della sua mente, traviata e raggirata dal Male. Il male più grande del vostro tempo, il dèmone contro cui combattiamo più spesso e che più spesso dobbiamo lasciare, è proprio la vostra prepotenza nel cercare e nel volere solo quello che per voi è meglio. E tristemente, la maggior parte delle volte non corrisponde alla volontà di Dio.
Ditemi: chi non si riconosce in questo? Chi va avanti sulla sua strada, preoccupandosi di fare la volontà di Dio e non la sua? Servire Dio, a volte esige dei sacrifici; e davanti a questi cadete come foglie spazzate dal vento, che girano e volano all’impazzata; ma prima o poi cadono, e non importa dove, lasciandosi trasportare dalle correnti: inermi e senza meta. Le foglie sono cose morte, se staccate dal ramo. Voi, come loro: se vi staccate da Dio, che è la vostra linfa vitale, siete morti prima di esserlo. Perché il vostro cuore, la vostra anima, il vostro spirito, non parla più di Dio dentro a voi; ma parla solo della vostra ingiusta e falsa presunzione. Ecco, uomini, donne, il male del vostro tempo: la presunzione, la superbia, la costanza nell’andare contro a tutti o a tutto quello che vi parla di Dio. Perché a volte richiede sacrifici: come il perdono, l’umiltà, l’accettare chi sbaglia e cercare di correggerlo; aiutare i poveri e non solo; aiutare chi è lontano da Dio, a ritrovarlo.
Non sapete più pregare. E questo è un altro motivo del perché il dèmone imperversa: non sapete più pregare, non sapete più parlare con Dio; e non lo ringraziate per il dono che, ogni giorno, vi dà: il dono della vita. O per la croce, che ogni giorno vi dona per espiare i vostri e gli altrui peccati. Siete avari di fede, e ne fate un fatto personale. Ma Dio insegna a condividere la fede, e a parlare di fede e di Dio. E proprio questo dialogo mancante, non fa altro che far sentire le persone sole sempre più sole.
Ho visto chiese piene; ma la luce era spenta, e la preghiera era un pettegolezzo ben lontano da essere collegato a Dio. Ho visto chiese vuote, con pochi fedeli, ove la luce e la forza della preghiera era alta; perché pregavano insieme, con il cuore, lodando e ringraziando Dio; e da quei luoghi il dèmone sta lontano, perché la ferita sarebbe per lui troppo grande. È ora di cambiare, è ora di tornare a Dio; è ora di tornare a parlare con Dio, per non cadere nel male del secolo: la grande e pericolosa superbia, che scatena ira, odio e acceca le menti. Io e la mia milizia siamo in lotta continua contro questo dèmone, che sta distruggendo voi e la vostra vita. Aprite gli occhi, e combattete il dèmone che vi vuole vedere superbi davanti a Dio; e piegate il capo e chiedete perdono, perché questa è l’unica cosa che vi potrà salvare.
Io, Michele, servo di Dio, vi saluto. E mi auguro che il mondo cambi, che i cristiani cambino il mondo: cambiando loro, per primi; imparando a lottare contro le tentazioni e non lasciandole entrare, e facendosi distruggere come agnelli mansueti.

Detto questo, hanno ripreso il loro cammino, dirigendosi verso il cielo.

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