lunedì 22 aprile 2013

Padre Pio

20 aprile 2013

Oggi parlo a voi: a voi abitanti di questa terra. A voi che abitate il paradiso terrestre che Dio, per voi, aveva creato; e che l’avete ridotto quasi a un inferno terrestre, con il vostro fare, il vostro disfare. Come certo, chi di voi mi conosce sa, non ho mai avuto mezzi termini e mezze parole. La dolcezza nel servire Dio, la docilità nel farlo, sì - questo sì - ma con voi, uomini e donne, miei fratelli e sorelle, sono sempre stato sincero: perché è meglio sgridare il bambino che sbaglia, anche con vigore, che permettergli di tornare a sbagliare; magari facendosi veramente tanto male. Io, Pio, Padre Pio - come da voi conosciuto - ho cercato di servire Dio nel miglior modo che potevo. Ma sentendomi sempre indegno di farlo, perché non ero mai sazio del suo amore; non ero mai stanco del dolore che provavo. Tormentato dal demonio, perché servo di Dio, non ho mai potuto dare - nella mia vita terrena - quello che Dio ha donato a me, agli altri: perché troppo è ciò che ho ricevuto.
La mia prima parola è per voi, popolo di Dio - vero popolo di Dio. Attenti a questa mia parola, perchè è importante. Non si è facenti parte del popolo di Dio, solo perché si è battezzati e si è fatto i sacramenti: No! L’amore per Dio va coltivato, come il più bel dono che si riceve nella vita; e come una pianta, tutti i giorni deve essere coltivato con cura. Alle piante ci pensa il sole, la natura, a farle crescere rigogliose e forti. Mentre all’amore di Dio - che, come un seme, deve germogliare dentro di voi - ci dovete pensare voi, con la vostra volontà di servirlo; con la fede e con le vostre preghiere; con l’amore, che tutti i giorni, in tutti i momenti, dovete dimostrare di avere per Dio: amandolo e servendolo, e servendo i vostri fratelli. Non è con l’andare a messa alla domenica che si serve Dio, e si ha il grande privilegio di essere il suo popolo. La messa è importante: è nutrimento, è linfa vitale per la fede - la vostra fede - e vi da forza: la forza per affrontare la vita, e gli ostacoli che satana vi pone davanti. Ma la messa alla domenica, solo alla domenica, non vi da questo privilegio: se durante la settimana non è accompagnata da preghiere, da parole, dedicate a Dio; da azioni fatte nei confronti del fratello più bisognoso; se non è accompagnata dalla parola di conversione: questa grande parola che un cristiano cattolico ha il dovere, il compito, di dare a chi è in difficoltà; a chi gliela chiede, a chi sta sbagliando: ammonendolo con educazione, non come chi sa - perché se servite Dio, ricordatevi: siete gli ultimi e non i primi! - come chi tende la mano, in un mondo in cui a volte ci si sente troppo soli. Ecco il vero cristiano, ecco il vero servo di Dio!
Signore, ti mostro mio fratello: che tu conosci già, ma te lo mostro perché in lui tu ti compiaccia; perché costui è un tuo servo. Questo mi piacerebbe dire a Dio, in ogni momento. Ma purtroppo anche in mezzo a voi, popolo di Dio, ora la confusione - chiamiamola così - è tanta. Perché questo? Perché non siete forti, come chi si buttava tra le braccia dei suoi persecutori, in nome di Dio? Perché avete paura a servirlo? Perchè guardate il fratello che soffre, che è in difficoltà - che avrebbe bisogno solo del vostro superfluo: qualche soldo, qualche abito; un po’ di cibo, un gioco, ecc, ecc - e passate avanti senza guardargli negli occhi: perché? Perché non siete cristiani. Siete cristiani solo se non dovete mettere in gioco un po’ del vostro benessere: quel benessere che vi sta rovinando la vita, e vi porta lontano da Dio. Non guardate negli occhi chi ha bisogno e, in silenzio, va avanti: perché? Perché nei suoi occhi avete paura di vedere Gesù, che è presente in ogni persona umile - che si umilia, e si vergogna davanti a chi gli da aiuto. Ma non ne può fare a meno, per vivere. E allora lui, il bisognoso, ringrazia Dio; e lo ringrazia anche per voi, pregando per voi. Ed è lui ad essere in Cristo, e con Cristo, in quel momento - e non voi, che passate e andate avanti: chiudendo le vostre borse, i vostri portafogli; tenendoli ben stretti in tasca. In mezzo a voi, ben pochi sono veri cristiani; in mezzo a voi, ben pochi rispettano la vita da vero cristiano. Non sentitevi esclusi dalle sgridate, che ultimamente il Regno di Dio - con i suoi messaggeri - donano al popolo. Ma sentitevi colpevoli, e cercate di rimediare.
La seconda mia parola è per chi, invece, non conosce Dio: non crede in Dio, non ama Dio. Siete veramente degli ingenui! Il vostro mondo - il mondo creato da voi: il vostro consumismo - è alla fine. E ben presto la disperazione - l’ansia, lo sconcerto - nel veder crollare tutto ciò che di male avete fatto, vi farà a pezzi. Satana è pronto a riscuotere il suo debito: non perdona. Chi si allea con lui, prima o poi deve pagare; e paga duramente: sia lui che i suoi cari, se sono con lui coinvolti. Mi fate pena: sbrancati e distrutti; addolorati e dispersi nei vostri pensieri. A volte avete tutto, ma siete tristi: perché vi manca la fede; vi manca la felicità. Vivete come bestie, giorno per giorno, preoccupandovi solo del vostro bisogno. E così perirete, senza lasciare nulla: se non il vostro denaro, che servirà a rovinare i vostri figli o altra gente. Non ve lo mando a dire: voi, forse, non mi conoscete; ma sono abituato ad essere chiaro; e vi dico: Siete al termine della vostra vita agiata e lussuosa, o semplicemente egoista. E sinceramante, non so se rattristarmi o se essere felice: perché forse vi accorgerete, che il vostro è un mondo sintetico e finto; e che intorno a voi, c’è ben altro.
Saluto tutti con affetto. E mi congedo da voi, sempre pronto ad ascoltarvi e ascoltare le vostre preghiere. Con umiltà, Padre Pio.

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