domenica 30 dicembre 2012

Gesù

 
29 dicembre 2012
 
 
Fratelli e sorelle, mi presento a voi: sono Gesù, Figlio di Dio Padre onnipotente e di Maria vergine; sono a voi per donarvi questa mia riflessione sull’anno ormai passato e su di voi, cari fratelli e sorelle, che vi definite cristiani. Vorrei fare un riassunto, se mi permettete, di ciò che è successo in questo vostro anno che vi sta lasciando: questo piccolo, quasi invisibile frammento di vita, al confronto di ciò che è l’eternità; che Dio vi promette e vi dona se da veri figli, da veri cristiani, lo seguite.
Ecco il problema: ormai da tempo vi viene detto - in tutte le maniere - che state andando verso la distruzione, verso la fine del vostro mondo; non certo la fine del mondo intesa come tale, ma verso la fine della Religione cristiana: del poter amare Dio - l’unico vero Dio - liberamente, senza temere. E questo, tutto questo, è dovuto solo a voi: a voi che non credete in Dio. Ma che implorerete il suo aiuto, quando tanta sarà la vostra sofferenza e il vostro dolore. E vi auguro che sia misericordioso e clemente, verso il figlio che chiede il suo aiuto senza redimersi. Ma perché ora si sente solo e debole - perché la vita, quella vita in cui viveva fiero e spavaldo, gli è crollata addosso; e il suo capo, il suo tiranno, gli chiede in conto il suo sacrificio o il sacrificio dei suoi cari - gemendo e urlando di dolore, allora sì: voi, uomini senza Dio, vi sentirete quello che anche ora siete senza Dio, cioè un nulla: destinato a sparire, a perire come bestie e non più tornare. È triste la vostra storia. Ed è triste che ancora oggi, in un mondo che minaccia guerre, carestie e pestilenze che voi - con il vostro addio all’amore e alla pace, il vostro addio a Dio - avete creato. Ancora oggi non vi accorgete di nulla; e andate avanti nel perseguitare, e nel fare abbondare i vostri ori e il vostro potere sulla Terra, che davanti a Dio è meno di niente. Beato colui che dona ai poveri ciò che a lui non serve, per vivere beato; chi dona con il cuore e ama suo fratello. Perché anch'io - quando verrà a mio cospetto, nel regno di Dio - lo riconoscerò come mio fratello; e mio Padre lo riconoscerà come figlio. Ma voi, queste, sono parole che non intendete e non volete sentire; e per questo invocherete perdono. Ma purtroppo, devo dire che è dovuto anche a voi cristiani. Sì, a voi cristiani: che dite di essere cristiani perché vi sentite superiori agli altri nel dirlo; voi cristiani che andate in chiesa la domenica, e confessate la metà dei vostri peccati o i più leggeri: sapete l’altra parte - quella che voi avete paura di dire - rimane su di voi e vi pesa come un fardello sulle spalle, da portare sempre; ma che invece che sulle spalle è sulla vostra anima, sul vostro spirito. E' colpa anche vostra miei ministri: che vi permettete di giudicare, bloccare, bandire - uomini, luoghi e posti ove mia Madre appare - solo perché la vostra fede non è tale da farvi capire che Dio, quel Dio che servite, è onnipotente e può fare ciò che vuole. E' giusto vigilare, ma non reprimere. Dio ha permesso a mia Madre di apparire sempre in più luoghi, e sempre più spesso a gente comune e lontana dalla fede, proprio per dare autenticità alle sue parole e alle sue apparizioni: e voi non vi chiedete nemmeno il perché, e agite con la vostra autorità. Ve lo dico io il perché, anche se non credete neppure a me e a queste parole: il perché, è che la gente ha bisogno di ritrovare la fede e la preghiera; ha bisogno di ritrovare Dio nella spontaneità, nelle parole di chi lo ama. E non in un'istituzione come la vostra, che sta perdendo ogni giorno fedeli e non riesce ad attirare i giovani; e non si chiede il perché. E non chiede aiuto a chi invece con Dio ci parla; e nella sua umiltà e nel suo niente potrebbe aiutare la Chiesa e il mondo a riportare il cristianesimo ai vertici, tra gli uomini, per l’amore e per la parola che Dio manda ora sulla Terra, per salvare il suo popolo. Ma è colpa anche vostra, cari fratelli e sorelle cristiani, che siete immobili, bloccati: portate con voi, con il vostro vivere, uno dei peccati più gravi per il cristiano, cioè l’accidia. Vi fate guidare come pecore verso il macello; vi fate bloccare, fermare perché altri uomini e donne, come voi, dicono che non è vero e non è giusto ciò che fate. Ed è incredibile: fate vacillare i luoghi di preghiera ove appare mia Madre per aiutarvi; e tutto per una falsa obbedienza: già è meglio obbedire che pensare! Io vi dico: L’obbedienza è giusta, ma deve essere giustificata. L’obbedienza è giusta, ma deve essere dettata da uomini che veramente credono nell’onnipotenza di Dio. E anche se tristemente, vi dico che nessuno di voi verrà mai giudicato per avere obbedito alla Chiesa. Ma certo verrete giudicati per non avere detto al vostro fratello che sta sbagliando strada; tacendo, e seguendo in silenzio la vostra e la sua distruzione.
Io, Gesù, vi auguro che il nuovo anno sia per voi tutti un anno di vera conversione. Io vi auguro che sia un anno di fede e di amore; e che incominciate a costruire o meglio a ricostruire, partendo dai piccoli resti che sono rimasti dentro di voi, il vero amore di Dio: quel Dio che vi vuole santi in terra, per avervi santi in cielo. Vi invito a pregare sempre di più, per scongiurare ciò che ormai sembra scritto nella storia del cristianesimo. Vi chiedo, e vi invito a pregare anche perchè queste mie parole non cadano - come le altre - nel vuoto o riservate a pochi. Davanti a voi, a breve, potrebbe esserci l’ombra della morte; e solo voi, con l’aiuto di Dio, potete scongiurarla.
Vi benedico, e vi proteggo dall’alto dei cieli. Vostro fratello, Gesù.

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