venerdì 24 agosto 2012

Papa Giovanni Paolo II

23-08-2012

Cari fratelli, cari figli di Dio: oggi, per volere di Dio sono io a parlarvi: il vostro Papa e fratello, Karol. Chi scrive, ormai ha imparato a conoscermi, in parte. Ma voglio che anche voi - voi cristiani, e voi che rinnegate Dio - ora mi ascoltiate, perché veramente da quassù mi sono reso conto, nel vedervi, che qualcosa non va. E quel qualcosa siete voi, uomini e donne, che ormai non avete più rispetto per nulla. Siete voi, con la vostra vita, che ormai avete abbandonato i doveri cristiani. Siete voi: sempre impegnati in mille cose, ma mai nell’osservare anche una sola legge di Dio. Io, certo, sono forse di altri tempi: qualcuno, attorno a me, mi diceva che ero troppo severo e rigido, sul comportamento, o su come presentarsi a Dio. Altri dicevano, che essendo polacco ero molto serio, quasi troppo: forse è vero. E se questo ha causato torti o malintesi, chiedo scusa. Ma certo, sono sicuro che ora nelle famiglie, nella vita dell’uomo e della donna, qualcosa non va.
Ho passato un po’ di questo ultimo tempo, a guardare come vi presentate davanti a Dio o ai santi, nel luoghi a loro dedicati. Onestamente, vi dico che molti di voi sembrano animali e non cristiani: svestiti, con piedi poco coperti, o con calzari che io ritengo vadano bene in casa propria, e non davanti a Dio. Fate rumore e schiamazzo. E vi accalcavate: per vedere o cercare, con curiosità, quello che potete trovare anche stando in silenzio e in preghiera, seduti e composti, al centro della chiesa. Io vi chiedo: Ma davanti a chi, pensate di essere? Forse a vostro figlio, o a un vostro parente? Non capite che siete davanti a Dio, o a santi che a Dio hanno dedicato la loro vita. E certo forse loro erano scalzi, o con calzari d’occasione; ma perché poveri, e senza altra soluzione. Voi la soluzione l’avete: perché se siete poveri e non avete soldi per le scarpe, allora entrate scalzi davanti a Dio, in gesto di umiltà. Ma se avete le scarpe, dovete mettervi le più belle davanti a Dio; come faceva la gente di qualche anno fa: i vostri nonni, che per andare a messa alla domenica indossavano ciò che di migliore avevano, in segno di rispetto e devozione. È triste vedere che l’uomo, più strada fa verso il progresso, e più diventa maleducato e irriverente nei confronti di Dio. Ma non è troppo tardi: potete ancora cambiare.
Del resto, vedo le famiglie con i figli che in chiesa sono irrequieti: si stancano e brontolano; e la colpa è solo vostra, genitori, che non insegnate loro l’importanza di Dio nella loro vita. Perché, anche quando voi non ci sarete più, Dio ci sarà ancora a dare loro aiuto. Ma siete troppo impegnati, cari genitori, troppo impegnati nella vita per insegnare ai figli ad amare Dio. Del resto, voi stessi gli dedicate poco tempo. A volte proprio non c’è tempo, per Dio, nella vostra vita. Le donne, impegnate a curare il proprio aspetto, a correre al lavoro: dimenticando la famiglia, i figli; cercando ogni sistema per tenerli, il più possibile, impegnati e fuori di casa. Il tempo libero, quel poco, tra i vostri mille impegni futili: è meglio dedicarlo a se stessi, invece che ai propri figli. Da quando tempo è tempo, la donna si è sempre occupata della casa, della famiglia, meglio dell’uomo: perché è un compito che Dio gli ha assegnato. Ma certo, ora, siete talmente emancipate e importanti, che mettete la vostra vita sociale al di sopra della vostra famiglia. E i vostri figli, cresceranno senza il calore e l’amore della mamma; che per un figlio è fonte di vita.
Voi padri, uomini, che dovete aiutare la donna a gestire la famiglia e a crescere i figli: siete peggio di loro, perché trovate sempre il modo di uscire di casa. Avete perso il significato di cosa vuol dire famiglia, di cosa vuol dire crescere i propri figli: il significato della vita.
Due genitori, che a parte per aver procreato, di essere genitori non sapete nemmeno cosa vuole dire. Poi urlate, e drammatizzate davanti a qualche tragedia che colpisce vostro figlio. Ma vi chiedete se, voi, gli avete insegnato ad affrontare la vita? Se gli avete insegnato a stare con Dio, o se l’avete lasciato andare solo: con solo soldi in tasca; quei soldi che, magari, lo hanno portato al baratro?
Non vedo più la famiglia cristiana, se non in alcuni casi. Non vedo più l’unione cattolica della famiglia, ma vedo famiglie ove uno non sa dove è l’altro: il marito non conosce la vita della moglie e viceversa, e insieme, non conoscono la vita dei loro figli. Vergognatevi, e pentitevi, voi - tutti voi! - che vivete per volere di Dio.
Immobili: senza combattere, senza obiettare, vi fate trascinare, dimenticando la fede e le vostre origini. E questo, cari fratelli e sorelle, è un peccato mortale. Siete nervosi, sempre stressati, con un sacco di problemi di salute: che con un pò di vita sana, e di vita con Dio, svanirebbero. Ma non lo capite, e preferire vivere nel vostro veleno, invece di prendere la strada della vostra salvezza.
Certo, forse sono veramente troppo duro e severo. Ma se questo servisse a salvare uno solo di voi, allora vuol dire che è meglio criticare un uomo, per ciò che dice e seguendo la sua volontà: per abbracciare Dio, per tutta la vita. Ed è questo, ciò che voglio che fate. E allora sarò contento.

Nessun commento:

Posta un commento