mercoledì 27 giugno 2012

San Giovanni Battista

27 - 06 - 2012

Uomini, donne, che conoscete la vita di Cristo, nostro Signore; uomini e donne che, tutti, avete sentito parlare di Gesù, Figlio di Dio; e siete in terra, dopo la sua venuta da uomo sulla terra; e calpestate quel suolo che egli stesso ha calpestato, io vi chiedo: Cosa state facendo, e quale vita state vivendo, lontani da Dio e da suo Figlio? Perché chi è lontano dal Padre, dimentica il Figlio.

Io sono venuto prima di voi. E predicavo la conversione, e la venuta del Cristo sulla terra, a un popolo rozzo e ignorante di fede e di cultura; un popolo che viveva secondo le leggi dettate da qualche uomo, o da qualche falso dio; un popolo che non conosceva le Scritture, e non conosceva Mosè; che non conosceva le leggi di Dio. In pochi sapevano leggere e scrivere; e magari si fidavano di falsi profeti, o falsi sacerdoti; di falsi dèi: quello era un tempo duro, come era duro il deserto ove vivevo. E annunciavo la venuta del Cristo, a tutti coloro che incontravo. Ma voi, voi che siete un popolo colto, un popolo che conosce la storia e che conosce la vita di Gesù - io mi dico - cosa volete, per credere in Dio e nel suo regno; di cosa avete bisogno? Io, Giovanni, vi dico che è più grave il sapere e non credere, che essere ignoranti e non credere. Chi non conosce Dio, lo può sempre incontrare; ma chi lo conosce, e conosce il Figlio, il Regno - conosce la storia di chi è salito sulla croce, come un agnello docile, e si è fatto immolare dall’uomo per i peccati dell’uomo stesso, suo carnefice - cosa cercate per credere in Dio? Cosa volete da Dio? Forse volete saggiare la sua ira, per poi implorare la sua pietà? Siete sciocchi e stolti. Ora state conoscendo l’ira del demonio, che voi avete fatto crescere allontanandovi da Dio: vi sta lavorando, come le mani plasmano la creta, formando con voi tanti suoi servi obbedienti. Perché quando si tratta di arricchirsi, e di pensare a voi - solo a voi - per il vostro bene: allora voi siete tutti d’accordo, pronti a seguire tutti la stessa via. Peccato che questa via non sia la giusta via; peccato che questa via sia la vostra fine; peccato che questa via non sia la legge che Dio vi ha dato, e che avete dimenticato con tanta sollecitudine: perché scomoda da applicare, perché difficile da intraprendere. Siete veramente dei piccoli uomini, e delle piccole donne, agli occhi di chi vi ha creato; e che combatte per voi, tutti i giorni, la lotta contro il Male - che vi avrebbe, in altro modo, già inghiottito. Il digiuno è difficile; ma c’è chi muore di fame, ancora: perchè? Perché voi, che non digiunate, non siete nemmeno caritatevoli, e li lasciate nella povertà. Anzi, per i potenti che vi governano, e vi tengono in pugno, è una situazione di comodo. Dio insegna di aiutare il proprio fratello; di dividere con lui le vesti, il pane, l’acqua. Ma è meglio seguire il demonio, che vi dice di arricchirvi e di non badare ai vostri fratelli. Intanto a loro qualcuno pensa. Sì, certo! E spesso, sapete chi è chi ci pensa? Proprio chi vive nelle leggi di Dio: che porta loro conforto e medicine, cibo e cultura. E sono missionari, in terre sconosciute e pericolose.

Io, Giovanni, ho battezzato Gesù; ho avuto questo grande e immenso dono. E per il Male ho perso la vita, senza poter lodare e predicare oltre la venuta del Figlio di Dio. Io ho perso la vita. E voi, che nulla rischiate, non gli date nemmeno il vostro amore, le vostre preghiere. Siete ingrati, nei confronti di chi vi ama e vi protegge. Nella vostra sapienza e intelligenza, ora pensate di potere vivere senza Dio. E allora, vi dico: forse dovete veramente conoscere la sua ira, per chiedere perdono e pietà: per voi, piccoli uomini, che nulla siete se non ritornerete a lodare Dio - come è giusto - e a professare la vostra fede, a costo della vostra vita. Che ricordate: è meglio perderla per Dio che perderla per l’eternità, perché servi del demonio.

Io, Giovanni, vi ammonisco. E vorrei che riusciste a capire che la vostra storia - la storia dell’uomo - senza Dio non ci sarebbe, e senza Dio non può continuare.

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