giovedì 28 giugno 2012

Gesù

22-06-2012

Eccomi a voi, fratelli e sorelle che vivete in questo tempo: che sembra essere un tempo di perdizione, di tribolazione, di dolore e amarezza. Un tempo dove, per molti di voi, la parola felicità sembra essere sconosciuta.

Io sono Gesù, vostro fratello, e vi vedo e vi sento ogni giorno; ogni istante della vostra vita, sento le vostre imprecazioni contro Dio: quando succede qualcosa di brutto e doloroso, a voi o ai vostri cari; sento le vostre minacce, rivolte al regno di Dio; sento il vostro rancore, la vostra ira, la vostra invidia, nei confronti dei vostri fratelli. E per cosa? Forse perché hanno più denaro di voi? Il denaro non ha mai salvato l’uomo da nulla: ricordatevelo! Il denaro non ha mai dato la felicità: quella pura, quella vera. Il denaro è complice del demonio, e a volte - e ormai direi, spesso - chi ne ha tanto, non si ricorda di chi non e ha; e cerca di vivere la propria vita, magari, sperando nell’aiuto del fratello più ricco: che, avaro, invece si dimenticherà del fratello bisognoso. E' veramente un tempo, un'era triste, questa, per l’uomo che è in balia dei suoi peggiori dèmoni. Ma del resto, sentendo i vostri pensieri - come ho detto prima - non c’è nulla di cui meravigliarsi.

Anche nell’ultima disgrazia, capitata nella vostra terra, tristemente ho sentito ben poche preghiere. E quelle poche erano nella disperazione. Invece di ringraziare Dio, di non avere perso la vita - che è il bene più prezioso che avete - ho sentito il vostro rancore, per aver perso beni materiali, che potete certamente riavere. Avete mai pensato che, se Dio non avesse ostacolato il potere del Male - che in quella terra è forte, quanto è forte il satanismo e la poca fede - se Dio non avesse ostacolato il male, poteva essere una strage di uomini, donne e bambini: come in altri posti e in altri luoghi, meno fortunati di voi, si è verificata. Piangete sulle rovine della vostra casa, ma non piangete sulla rovina della vostra vita: senza capire che, se continuate ad andare avanti in questo modo; se voi - uomini e donne, sapienti e onnipotenti - vi mettete in continuo contrasto con le leggi di Dio e della natura, il creato si rivolterà contro di voi: uomini e donne che Dio aveva messo a capo del suo paradiso terrestre, e che avete deturpato e sfruttato, in ogni suo metro di terra.

Le mie parole sono dure, lo capisco, ma è tempo che voi, fratelli e sorelle, impariate che senza Dio non si va da nessuna parte; che senza l’amore tra fratello e fratello, ci si guarda tutti come dei lupi, pronti a sbranarsi per qualsiasi piccolo contrasto. Il Regno piange quando l’uomo viene colpito dal dolore, creato spesso dalla sue stesse mani. Il Regno è vicino all’uomo, per consolarlo e aiutarlo; il regno di Dio è a servizio dell’uomo. Ma l’uomo sembra non conoscerlo più, e questo non può essere che presagio di sventure e dolore.

Invece di incolpare Dio del male che vi tormenta, incolpate voi stessi, che molte volte ne siete responsabili; o il vostro modo di vivere, la vostra società: alla ricerca delle cose più banali e sintetiche, dalle quali trarre piacere; un piacere che lascia una scia di amaro e di infelicità, appena cessa: perché non è un piacere puro, vero, ma è solo un palliativo. Illusi di trovare risposte da falsi idoli, o falsi stili di vita, curate più il vostro fisico che il vostro spirito; e trovate solo risposte che a nulla vi servono, perché la risposta a tutto è Dio. Non siete mai felici della vostra vita, e non vi rendete conto che avete la vita. E la vita, se vissuta in modo giusto, vi porta a Dio. E questo, è il più grande dono che potreste mai avere; ma la buttate, come se fosse nulla. A volte, in stupidi giochi; a volte, con stupide sostanze; a volte perché la società vi sta schiacciando, e non riuscite più - a parere vostro - a vivere senza quei beni che voi, e solo voi, ritenete importanti. Avete innalzato il denaro a un ruolo troppo alto e importante: nella vostra vita, nella vostra società. Avete innalzato il benessere, il vostro benessere, al di sopra anche della vostra vita. E vi dimenticate chi, grazie al vostro menefreghismo, muore ancora di fame e di sete: e questo non è certo essere cristiani. Io, Gesù, questi cristiani non li voglio. Cambiate, cristiani, e diventate dei veri cristiani! E voi, che maledite Dio: state attenti, perchè Dio è stanco di voi; e della vostra ignoranza e cattiveria, nei suoi confronti; e nei confronti di ciò che lui vi ha donato gratuitamente, e che voi avete trasformato in un mondo di denaro e perversione. Sì, Dio è stanco di voi, e potreste essere decimati: come l’agricoltore toglie l’erba infestata dai suoi campi, anche voi potreste essere annientati: più rapidamente di quanto credete.

E anche voi, falsi cristiani: non mi servite, e non servite a Dio. Dovete essere missionari sulla terra, e non strumenti per distruggerla. Anche a voi dico: è ora di cambiare, e di diventare dei veri cristiani, per salvare la propria anima e la propria vita eterna.

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