giovedì 19 aprile 2012

La Parola di Gesù n°15

Cari discepoli, cari apostoli: è giunto il tempo della resurrezione.
Fatto uomo, per volontà di mio Padre, ho vissuto da uomo, morendo come un criminale - l'ultimo dei delinquenti, al quale è riservata la pena più crudele, la croce - ma anche questo per volontà del Padre.
In quel momento anche il tempo si è fermato, la terra si è oscurata, per fare capire all'uomo - che crocifiggeva il bene, il Figlio di Dio - che cosa stava facendo.
Per volere di mio Padre, ho vinto la morte resuscitando; non prima di essere disceso agli inferi, ove ho visto la disperazione e lo strazio di chi vi è rinchiuso.
Fratelli miei, oggi come allora io ho fatto la volontà di mio Padre, Dio onnipotente. Fino alla fine ho accettato la mia condanna, il mio destino amaro e crudele, perché era la volontà di mio Padre.
Nell'abbandonarmi nelle mani dell'uomo - che allora come oggi sembra tutto sapere - mio Padre sapeva che, per paura e per ignoranza, il mio destino era segnato.
Ma il mio compito, come sapete, era ben più grande del dolore che mi è stato inflitto, e della morte che mi è stata riservata: il mio compito era di vincere la morte; vincere gli inferi, il male - che tanto, in vita, mi ha tentato - morire per espiare i peccati dell'uomo. E risorgere, resuscitare, per volere di mio Padre, che tutto può. Se a lui ci si abbandona, mai si commetterà peccato; mai ci si sentirà soli e abbandonati: perché Dio è amore, Dio è luce e bontà infinita.
Ma ditemi: quanti di voi - sì, proprio voi miei apostoli, miei discepoli - sono pronti a seguire veramente Dio e la sua volontà?
Sarete come gregge che segue il suo pastore, davanti alle avversità, nel cammino della vostra vita? O vi sbrancherete alla prima difficoltà, percorrendo ognuno strade diverse? Calpestando terre asciutte e aride di fede: lottando contro un nemico che, da soli, non potete affrontare e vincere. Ricordatevelo!
Nessuna spada, se pur ben affilata, nessuna mano d'uomo che la brandeggi, potrà mai ferire il dèmone che vi attacca. Ma la preghiera, l'unione nella preghiera e nell'abbandono a Dio - fratelli miei - questo sconfigge il dèmone che vi attacca, provocandogli ferite dolorose. E facendolo lottare, sì, contro un uomo o una donna di Dio; ma mai vincere, perché non avrà mai la sua anima, nel suo regno di dolore.
Voi che siete la forza della fede; voi che siete pescatori di uomini, armati della vostra fede. Io vi dico: Restate uniti, stringetevi intorno ai templi di Dio; ascoltate i vostri pastori e le mie parole, che certo vi diranno sempre che con Dio si vince; che con Dio si vive, e si vince la morte.
Ascoltate queste mie parole, e fatene legge per voi. Non siate mai soli nel vostro cammino, ma chiedete sempre aiuto a me, Gesù, e a Dio. Cercate i vostri fratelli: i più vicini, i più lontani. E dite loro che è tempo che il gregge si raduni, insieme ai suoi pastori: formando un'unica forza d'amore e di fede, atta a vincere il male - che nel vostro futuro accentuerà la battaglia.
Un'ultima cosa vi dico: Ascoltate le parole di chi mi può ascoltare, perché anche questo è un dono che Dio vi ha fatto. Ascoltate chi, nell'umiltà e nella prova, vive la sua vita riportando le mie parole, e quelle dei messaggeri celesti, a tutti voi.
Diffidate di chi dice di essere un profeta o chissà cos'altro. Perché - come chi scrive - chi sa di udire le mie parole, e di poter parlare con Gesù, avrà sempre timore a dirlo e a scoprirsi. Perché tanta è la sua umiltà e il suo timore: non in cerca di gloria e di fama è chi mi segue, ma di conversione e di pace sarà il suo cammino.
Dico questo perché, nel tempo a venire, tanti - sotto false spoglie, per loro interesse - si spacceranno per miei messaggeri. Ma nelle loro parole non ci sarà né fede e né amore per Dio, Padre onnipotente.

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