sabato 10 marzo 2012

San Pio

04-03-2012

Fratelli miei: grazie di essere venuti nel luogo a me dedicato! Grazie per essere venuti nella fede, e di avere pregato per voi e per i vostri cari. Grazie per aver portato la vostra testimonianza di vita e di fede a me, Pio, servitore di Dio e della Chiesa.
Come alcuni di voi hanno visto o sentito, non mi sento a mio agio in mezzo a tutto quell'oro che mi circonda. E certo non avrei speso un solo denaro per fare quello che è stato fatto: ma avrei preferito di gran lunga aiutare i poveri, ampliare l'ospedale, o creare posti ove la povera gente possa curarsi senza nulla spendere, se non la loro preghiera a Dio in segno di riconoscimento. Ma la Chiesa, la casa di Dio, ha voluto creare attorno a me, povero frate, tutto quello che ora vedete. E io, Pio, sono sempre stato fedele alla Chiesa e a Dio; e anche ora, non posso fare altro che dire il mio sì alla Chiesa, e il mio obbedisco a Dio, se questa è stata sua volontà. Io, mio Dio, mi prostro ai tuoi piedi, e obbedendo alle leggi della tua casa accetto, con umiltà, il tuo volere e quello della tua casa. Io accetto. Accetto e continuerò a servire Dio, anche in questa lussuosa dimora dove il mio corpo riposa. Non tradirò mai la Chiesa e il volere di Dio. E assisterò, ascolterò, ognuno di voi, fratelli, che mi verrà a trovare: donando ad ognuno di voi un po' di serenità, e fede - come ho sempre fatto - e se Dio vorrà, la guarigione dai vostri mali.
L'umiltà, fratelli miei, ricordate: l'umiltà di accettare tutto ciò che Dio dispone e impone; l'umiltà di capire quando una cosa è talmente grande da non poterla gestire da soli, e deve essere affidata a Dio onnipotente, che tutto può. Con umiltà rivolgiamoci a Dio e diciamoli, con l'amore di un figlio per il padre: Mio Dio, mio Padre altissimo e onnipotente, guarda questo tuo figlio; guarda la povertà della mia anima e del mio corpo: io non posso nulla senza di te. Ti prego: aiutami. Lascio a te l'importante compito di decidere sulla mia vita, sulla decisione che devo prendere o sulla risposta che devo dare: mi sembrano essere cose di tale grandezza che solo tu, Padre, puoi affrontare - certo che sia per il mio meglio e il mio bene - e se sarà il dolore a perseguitarmi, allora vorrà dire che te lo offrirò per l'espiazione dei miei peccati e quelli dei miei fratelli.
Fratelli, obbedite sempre con umiltà e devozione; obbedite alle leggi di Dio, che ora più che mai vi insegnerebbero a ritornare sulla giusta strada, sulla retta via. Non le leggi della vostra società, serva del denaro, ma le leggi di Dio. Perdonando gli errori che molti sacerdoti, e pastori del gregge, stanno commettendo: perché anche loro attaccati dal male che imperversa, facendo enormi danni all'interno della società; ma anche, purtroppo, all'interno della casa di Dio, che ora è debole: perché debole è la fede e la parola di Dio, che ora riesce a trasmettere al gregge, che senza la guida si sta disperdendo sempre più.
Sempre meno gente visita il mio tempio. E la risposta a questo, la trovate dentro il bisogno di umiltà e di povertà che le persone hanno bisogno di trovare, per poter pregare e sentirsi in comunione con Dio. Non una ricchezza schiacciante e opprimente di ori e pietre, che non aiutano a pregare chi non ha nemmeno un pane per nutrirsi.
Questo vale anche nella vita quotidiana, miei fratelli: non c'è bisogno di un altare che vi innalzi sopra agli altri vostri fratelli per pregare, ma anzi: quando avete voglia di pregare, trovate un angolo anche sulla nuda terra, in silenzio, e pregate. E raccoglierete i frutti della vostra preghiera: frutti che potrete offrire ai vostri fratelli, insieme alla vostra umiltà: che potrebbe diventare anche la loro.
Vi ripeto: come io non disubbidisco alla Chiesa e alle leggi di Dio, anche voi non dovete mai disubbidire alla Chiesa e a Dio. Ma anzi aiutatela, perché ora ha bisogno di voi: di voi, uomini e donne, che siete nella fede; ha bisogno di ascoltare i nuovi profeti, che Dio ha mandato sulla terra; ascoltandoli con attenzione, per non perdere il passo con il tempo, che cambia talmente velocemente che già - giorno per giorno - sta disgregando la fede e la casa di Dio: indebolendo, in modo preoccupante, il cristianesimo nel mondo.
Anche voi, pastori che avete le chiese piene: non saziate la vostra fede con ciò che vedono i vostri occhi, ma guardate oltre; guardate a quanti non vengono in chiesa, a quanti non rivolgono mai una preghiera a Dio. Non dormite: svegliatevi e predicate! Non aspettate che la pecora ritorni al branco, potrebbe essere sbranata. Ma andatela a cercare: in questo modo potrete, veramente, chiamarvi pastori del gregge di Dio.
Dio vi benedica tutti, e tramite il suo Santo Spirito illumini le vostre menti e i vostri cuori, facendovi invertire il procedimento ingiusto che il male ha avviato: di autodistruzione vostra e della casa di Dio.

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