mercoledì 21 marzo 2012

Il personaggio misterioso

18-03-2012

Ecco di nuovo il personaggio misterioso, con il suo libro, il suo trono dorato. Come al solito, apre il libro e si porta sulla pagina che intende leggerci, e incomincia il suo racconto:

Cari uomini e donne: dal libro della vita dell'uomo, oggi vi leggo ciò che vi è scritto, e che vi interessa.

Tanto tempo fa, l'uomo non credeva più a Dio e ai suoi profeti; anzi, li metteva al bando, perché parlavano di cose che l'uomo non voleva sentire; a cui l'uomo non voleva credere, perché troppo intento a crearsi falsi idoli e falsi dèi; troppo intento a curare i propri interessi, che certo non andavano d'accordo con le mie leggi. L'uomo, convinto della sua saggezza, arrivò addirittura a distruggere i miei templi - e templi a me dedicati! - e a fare razzia degli oggetti sacri e preziosi. Così facendo, provocò la mia ira: e il mio giudizio, su di lui, fu molto severo.
Ma oggi, ditemi: a duemila e più anni di distanza, nulla è cambiato. Speravo, in verità, che questa corsa demoniaca e fraticida dell'uomo si fermasse, invertendo la tendenza all'ateismo di comodo o per sciocchi motivi: non degni nemmeno di essere citati. Questa è una delle tante pagine che avrei preferito togliere dal libro della vita; che non avrei mai voluto fosse letta. E avrei preferito, mille volte, dire di essermi sbagliato; come un padre può sbagliare il giudizio sul figlio.
Purtroppo non è così, e questa pagina oggi verrà letta, nella speranza che l'uomo si fermi. E si accorga di ciò che sta facendo. Anzi disfacendo, distruggendo - giorno per giorno - implacabile nel suo fare: talmente convinto e fiero di sé, da pensare addirittura di essere nel giusto.
Ma io ti chiedo, uomo di oggi - in questa pagina che io scrissi quando ancora tu non c'eri, ed eri un semplice mio progetto - io ti chiedo: E' forse giusto uccidere? E' forse giusto abusare della vita che io ti ho dato? E' giusto che tu ti scagli contro tuo fratello, per profitto; o per un'ira che, ancora, non sei riuscito a dominare? Dimmi: è giusto? È giusto che tu uccida i tuoi figli? Che tu uccida con i tuoi mezzi, inventati per distruggerti: che ti avvelenano, giorno per giorno? E' giusto che tu vada sempre contro le mie leggi: e oggi, come allora, cerchi nuovi dèi, nuove forme di fede, che sono sintetiche e sterili - come stai lentamente diventando tu - uomo, che sei una mia creazione? Quanto ancora mi farai rimpiangere di averti dato la libertà, il libero arbitrio? Ti chiedo: Quanto hai intenzione di continuare: altri duemila anni, forse? Neanche mio Figlio, sulla croce, ti ha convinto e corretto; neanche a lui hai creduto. Ma io ti avviso: non avrai altri duemila anni. Io non te li concedo: è troppo il tempo del tuo infierire contro ciò che è buono, e ciò che è di Dio. E' troppo il tempo, e il mio popolo - il popolo che mi ha sempre seguito - è giusto che ritrovi la sua serenità, la sua libertà; e che non debba nascondersi, per potere lodare Dio; per potere amare suo fratello, senza dover temere di ricevere in cambio insulti o peggio.
Questa è una pagina dura, perché qui è scritto che l'uomo è impazzito. E in preda a una collera generale, che si sta trasformando in una caccia morbosa al mio popolo.
Io ti dico, uomo malvagio, che non sarà così. Tu sarai calpestato dai tuoi stessi figli; e i figli dei figli uccideranno i loro padri. Ma tu te ne andrai più in fretta di quanto pensi, e io ti aspetto per poterti giudicare. Non mi pentirò mai di aver dato la libertà alla mia creazione; mai avrei potuto rinchiuderlo, senza che potesse decidere da solo della sua vita. Io ti ho creato; io ti ho mandato e ti mando, tutt'ora, i miei messaggeri: per insegnarti e correggerti. Io ti ho seguito, e accudito come un figlio. Ti ho amato, e ti amo come un padre. Ma se dall'albero crescono frutti insani e marci, vuol dire che è ora di estirparlo e piantare nuovi frutti. Il libero arbitrio ti dà ancora la possibilità di salvarti e di redimerti. E come sempre - e sempre è stato - dipende solo da te.
Questa pagina è di dolore: sì, il mio dolore, perché speravo che non dovesse mai essere letta, e speravo - come detto - che l'uomo si riprendesse la sua vita, la sua fede, la sua famiglia: facendo forza sugli ideali cristiani, su ciò che gli ho insegnato. Ma purtroppo, ciò che scrissi è avvenuto.
Esorto il mio popolo ad andare avanti, e ad apprezzare ciò che gli offro tutti i giorni. Siate uniti nella gioia, nel dolore; e confortatevi a vicenda. Non siate dei falsi cristiani, perché questo non va bene. Ma siate giusti, retti di spirito e di vita; siate forti, e resistete uniti. E se il dolore vi strazierà, offritelo a me: e io vi aiuterò a sopportarlo. Come un tempo: se l'uomo impuro e malvagio non si fermerà, tanti innocenti morranno; ma saranno con me, nel regno dei cieli. Mentre il malvagio perirà, nel regno del dolore e della dannazione.
Forza, mio popolo! Unitevi e aiutatevi. Che non si dica di voi che non aiutate un vostro fratello, e che mai si dica che non gli avete insegnato la giusta via. Il vostro dovere è questo, ed è questo ciò che mi aspetto sempre dal mio popolo.

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