venerdì 3 febbraio 2012

Gesù

Io, Gesù, Figlio di Dio, mi chiedo e vi chiedo: dove state andando, popolo di Dio? Cosa state facendo, popolo di Dio? Dove sono i pastori, che devono pascolare il gregge di Dio? Dove è la fratellanza cristiana che ha tenuto unito i cristiani, anche quando erano perseguitati e martirizzati: dove siete andati fratelli e sorelle?
Vi siete lasciati perseguire: avete lasciato che il vostro nemico entri nelle vostre case, nelle vostre famiglie, portando via i vostri figli; usandoli contro di voi. Sì, proprio contro di voi, genitori, che non vi ricordate più come vivevate, quando non avevate paura di uscire di casa; quella paura che, ora, avete quando i vostri figli escono, con il rischio ogni volta di non tornare. Io vi conosco tutti, e so che la maggior parte di voi - che ora siete genitori - viene da famiglie cristiane praticanti; e che anche senza denaro, a volte, vi hanno cresciuto ed educato: ma non certo alla vita che ora fate, e che voi state insegnando ai vostri figli. Non nascondetevi dietro alla parola progresso. Il progresso l'avete fatto voi, portando avanti il marcio, il cattivo; e dimenticando ciò che è buono. Vi siete dimenticati gli insegnamenti dei vostri genitori, nell'educare i vostri figli, e nel vivere la vostra vita. Vi siete dimenticati che i vostri genitori mettevano i vestiti migliori per andare a messa, alla domenica, e ritrovarsi con la loro comunità. Vi siete dimenticati che, anche nella miseria, si viveva bene: con più umiltà, e con tanta amicizia e fratellanza; quella fratellanza che permetteva al mendicante di fermarsi e ricevere cibo e alloggio, per quel giorno o per quella notte. Tempi ormai lontani: ora, la paura di chi arriva come straniero, vi fa chiudere le vostre porte con sempre più catenacci; e anche il mendicante non è più tale: anche lui è una vittima, del sistema di vita che si è creato, a causa del lasciarsi andare dei figli di Dio.
Voi permettete ai vostri figli di vestire come buffoni o ciarlatani, perché questa è la moda; di avere una libertà che nessun uomo dovrebbe avere: quella di buttare via la loro vita. Gli date denaro, e così facendo li abituate ad avere ciò che vogliono, a costo della loro stessa morale. Voi, genitori ribelli - ribelli alla fede e alle imposizioni dei vostri genitori – ora, a vostra volta genitori, avete dei figli che in molti casi vi faranno rimpiangere di esserlo.
Forse volete parole dolci, buone, di fede e di speranza, dal vostro Gesù. Ma io vi dico che è più facile piantare un seme nel sale e far nascere una pianta, che piantare il seme della fede e dell'amore in Dio; il seme della giusta vita, e dell'amore della vita, nei vostri cuori.
Basta! E' tempo di cambiare: fatelo voi giovani; che se ci pensate bene, avanti così non potete andare. Il pianeta, il vostro pianeta, è al limite; ed è stanco della vita dell'uomo, che lo sfrutta senza mai niente dare. Fatelo voi, giovani! Cercate di capire che, senza Dio e il suo amore, siete vulnerabili e facilmente perseguibili dal male, con tutte le sue forme di tentazione. Fatelo voi, genitori: rieducate i vostri figli; educateli alla vita cristiana, a una vita anche di piccole rinunce, a favore di chi ha più bisogno; insegnate la carità; insegnate ai vostri figli a parlare con voi, anche a scontrarsi con voi; ma cercate di proteggerli dal mondo, che cerca di inghiottirli con la sua fame di vite, e di innocenti.
Imparate, voi genitori, che vivere da cristiani è vivere meglio: vuole dire - come tante volte detto - non essere soli. Non è troppo tardi, ancora. Il tempo per recuperare c'è: dovete solo averne voglia, e non dire che è impossibile; perché nulla è impossibile, per l'uomo che ha l'appoggio di Dio.
I pastori, che devono guidare il gregge, si sono persi in altri incarichi a volte. E il gregge si è lentamente disperso; e ancora oggi si sta disperdendo. E quel che è peggio, è che nessuno va a cercare la pecorella smarrita; che viene, a volte, abbandonata al suo destino: facile preda del male. Troppo schematici, troppo rigidi; poco umani e umili, i pastori del popolo non ascoltano il popolo. E la fratellanza tra uomo e uomo, che il pastore deve aiutare a fortificare e a crescere, si infrange come l'onda sullo scoglio; e si disperde, nel mare aperto, tempestoso, e minaccioso per la vita dei cristiani.
Siete in pericolo, popolo di Dio! Non certo chi è forte, e che segue le leggi di Dio; non il giusto, l'onesto, il fedele servitore di Dio: che con la sua preghiera cerca di tenere accesa la debole luce della fede. E nemmeno il sacerdote che predica al popolo, in mezzo al popolo, con parole di fede e d'amore per i suoi fratelli. Ma voi, che avete dimenticato di essere figli di Dio: siete in pericolo, un grave pericolo. E se leggerete questi messaggi, che Dio vi manda, non ridete; non siate increduli, contestatori. Se avete ancora un po' di saggezza, e un briciolo di fede, convertitevi: perché, ben presto, vi accorgerete che Gesù ha ragione; ma allora sarà troppo tardi.
Forza, popolo di Dio: voi, che con le vostre preghiere tenete alto il valore di essere cristiani; forza, pregate e pregate! E parlate con me, e con Dio Padre: che saremo felici di ascoltare le vostre richieste, e le vostre parole di gioia e d'amore nei nostri confronti. Non cadete, e non lasciatevi minacciare da chi cerca di farvi sparire. Ricordate: non ci sono riusciti in duemila anni, e non ci riusciranno neanche ora.
Io, Gesù, ve lo prometto.

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