mercoledì 5 ottobre 2011

Francesco

25 - 09 - 2011

Un frate, umile e ormai conosciuto, mi si presenta dal grande regno di Dio. Si avvicina, e con fare modesto e umile porta a noi il suo messaggio:

Fratelli e sorelle! Voi che siete, di Dio, le creature in cui si è compiaciuto; voi a capo di tutto il creato. Io, umile Francesco, servo di Dio, vi saluto. E vi chiedo, umilmente, se vi rendete conto che la vostra vita - frenetica e caotica - non vi lascia più lo spazio per comunicare con i vostri fratelli: di parlare con i vostri figli, i vostri padri e le vostre madri. Che in molti casi ritenete superflui e non degni di essere ascoltati, ritenendoli troppo anziani e retrogradi per il tempo in cui vivete. E allora vi chiedo: quale tempo? Il tempo dell'abbandono all'ìra, forse? Il tempo dell'avarizia? Il tempo della lussuria? Il tempo dell'ateismo, in cui l'uomo pensa di poter fare a meno di chi l'ha creato? Poiché si sente talmente forte e potente, da poter vivere e andare avanti senza aver bisogno del Padre che lo ha creato.
Permettetemi, fratelli miei, così non andate proprio da nessuna parte. E il vostro tempo - o perlomeno quello che credete essere il vostro tempo - è invece il tempo di qualcun altro: il cui nome mette paura e terrore, ed è simbolo di ferocia e cattiveria. Ma che evidentemente voi, così superbi, non temete.
Come voi sapete, io, Francesco, ho vissuto la mia prima parte di vita in modo sciocco - proprio come voi! - e ancora oggi chiedo perdono a Dio della vita trascorsa al servizio del male. Poi ho conosciuto Dio, e la mia vita è cambiata: è sbocciata come un fiore al mattino. E la fede in Dio era il profumo di questo fiore: così forte e così dolce che in tanti l'hanno potuto sentire; e convertirsi all'amore di Dio Padre, che è il più puro e il più sincero che un uomo possa provare. Tanto da non aver paura nemmeno di sorella morte.
Quando si è con Dio, niente si teme. Perché se l'ira dell'uomo, il male, ci danno dolore e morte, noi sappiamo che oltre la nostra misera vita terrena ci attende la vita eterna: ove il dolore scompare, e la pace e la serenità rimangono, insieme alla gioia di potere vedere e servire Dio e il suo regno.
Invece voi: eccovi! Con il vostro tempo, la vostra era, in cui i giovani non ascoltano gli anziani e non ascoltano Dio: talmente pieni e fieri di se stessi da cadere, come pesci, nella rete del demonio. Il demonio, fratelli miei! Siete degli stolti se pensate che non esiste. Quanti e quanti richiami, ultimamente, vi sono stati fatti per farvi cambiare strada. E quanti ve ne verranno fatti ancora, poiché sembrate ciechi e sordi alla parola di Dio. Il demonio esiste. E noi, messaggeri del regno, per volere di Dio Padre, che non abbandona i suoi figli - ma anzi, ancora una volta, con grande dimostrazione di amore e giustizia li mette in guardia - oggi più che mai vi dice: Attenti! Non va bene così. Basta, basta! E' tempo di cambiare, perché così vi autodistruggete e non arriverete mai alla vita eterna. Ecco il perché dell'insistenza dei nostri messaggi nel parlarvi del demonio: perché il demonio esiste. E lo vedete per le strade, nella violenza quotidiana; lo vedete nelle guerre; lo vedete in questa foga dell'uomo nel cercare di essere sempre migliore, e schiacciare per un soldo in più suo fratello. lo vedete negli anziani abbandonati, e lasciati soli a terminare la loro vita in mezzo ad estranei; lo vedete quando, ogni tanto, gli fate visita: riflesso nei loro occhi lucidi. Sì, lo vedete, perché riflettono voi, suoi figli. Lo vedrete nei vostri figli, quando con voi faranno altrettanto: perché il loro tempo, come il vostro, non gli permette di accudirvi; anche se nel pieno delle vostre facoltà fisiche e mentali. Non ne parliamo poi se per caso, nell'invecchiare, vi succede di prendere una delle tante malattie che con il vostro progresso hanno preso piede, in modo eclatante: perchè allora sì, che nel giro di un attimo vi ritroverete completamente soli. Il demonio lo vedete negli ospedali: nel dolore che sgorga a fiumi in quei poveri letti ospedalieri. Non pensate, spero, che sia Dio a provocarvi tanto dolore, vero? Perché, se no, allora sareste proprio irrecuperabili!
Dio è colui che vi permette di sopportare il dolore, che magari il vostro tempo - con le nuove malattie che avete creato - vi infligge, alleandosi con il demonio. Dio è colui che vi permette di sopportare la morte di un figlio o di un vostro caro, e vi permette di poter vivere per ricordarlo e per pregare per lui: in modo che trovi la pace eterna, anche se magari, in vita, non se la è meritata. Sì, fratelli: con le vostre preghiere potete tanto! Anche, con l'intercessione di Maria e di Gesù, attenuare il giudizio di Dio nei confronti di chi merita la pena eterna: dimostrando a Dio, con le vostre preghiere, che questa persona era buona e che a voi manca molto. E chiedendo perdono per lui. La bontà divina non ha limiti, ricordatelo.
Ora voglio tornare a chiedervi: pensate a come vivete e ditemi: è davvero la vita che desiderate? E' davvero il vostro tempo, o ve lo stanno rubando? E' davvero ciò che volete per voi, per i vostri figli, i vostri cari ? E se dentro di voi, anche piccolo e silenzioso - e magari stroncato da qualche lacrima, che vi riga il volto - sentite un: No! Allora vuol dire che è tempo di cambiare, e che ancora vi potete salvare. Come? Incominciate a pregare, a parlare con Dio - come detto molte volte - anche con parole vostre; incominciate a vedere i vostri fratelli come amici, e non come nemici da combattere; tendete la mano all'umile, al povero, al bisognoso. Piccoli gesti fanno grandi cose, ricordate! Fate qualche piccolo sacrificio personale, e donatelo a chi più ha bisogno di pace e di speranza. Aiutate la Chiesa nel cambiamento che dovrà affrontare, e state vicino ai sacerdoti: che illuminati dallo Spirito Santo vi daranno sempre buoni consigli. Non giudicate, ma aiutate chi ha sbagliato. E come ho detto, pregate e parlate con Dio. Chiedete perdono dei vostri peccati, e ringraziatelo per la sua bontà e la sua giustizia: nell'aiutare l'uomo nella sua difficoltà e nel momento della prova.
Mi scuso con Dio Padre, per aver pronunciato tanto il suo nome. Ma ogni volta mi sono gettato a terra, in ginocchio, ai piedi della croce, invocando il suo perdono.
Io, Francesco, vi saluto. E vi invito a convertirvi all'amore di Dio, e di andare in pace. Così sia!

Lode a te, o Dio Padre, che non abbandoni i tuoi figli.
Lode a te, o Dio dei miracoli, che tramuti il male in bene.
Lode a te, o Dio che tutto creasti, e che riservasti all'uomo la vita eterna.
Lode a te, o Santo Spirito, alito divino, che illumini i giusti e i saggi.
Lode a te, Dio, che ascolti gli umili servi come se fossero dei principi o dei re.
Lode a te, Dio giusto, che con il tuo giudizio innalzi l'ultimo ad essere primo.
Mio Dio, guardami; e ascolta, ti prego, le mie parole:
che non saranno mai giuste e sagge abbastanza
per poterti lodare come tu sei degno.
Tu ascolti i tuoi servi, e sei a fianco all'umile.
Allora ti chiedo umilmente di salvarmi, e di condurmi con te alla vita eterna.
Guidami nella vita, in modo che io, che sono nulla, possa mai perdermi e sentirmi solo.
Amen.  

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