lunedì 24 gennaio 2011

Madre Teresa

22 - 01 - 2011

“Cari fratelli e sorelle, cari potenti della terra; carissimi poveri e sofferenti, che subite ciò che chi ha il potere vuole farvi subire: io vi saluto.
Chi sono? Sono, umilmente, colei che conoscete come Madre Teresa: serva di Dio, del suo regno e obbediente alle leggi di Dio, della mia e della vostra fede; che mette in priorità, davanti a tutto, davanti anche alla propria vita, il servire Dio e il prossimo. Chi non serve Dio - carissimi uomini, donne, bambini che vivete su questa terra - chi non serve Dio non può e non riesce a capire cosa vuole dire farlo; e ugualmente chi non si mette a disposizione del prossimo: del fratello e della sorella più bisognosa, più umile, che nella sua vita non ha avuto la fortuna di nascere, come voi, in posti e famiglie che possono offrirgli cure per le sue malattie e cibo per sfamarsi. Inoltre non possono offrirgli di istruirsi, di potere leggere e scrivere: per poter un domani, magari, scrivere delle condizioni in cui vive; in cui vive lui e la sua gente, il suo popolo.
Credetemi, ho visto cose che solo con la forza di Dio nel cuore e nel corpo, ho potuto superare; e continuare così il mio lavoro. Solo la grande forza che da il credere in Dio, e sentirne il suo calore, il suo amore, la sua immensa e grande potenza rigeneratrice; solo con questa grande forza si può, in certe condizioni, in certe situazioni, venirne fuori.
No, non vi dico che se credete in Dio non sentirete mai dolore, fisico o spirituale. Ma vi dico che, se state con Dio, lo sopporterete meglio. E senza dimenticarvi ciò che vi è accaduto, proseguirete nella vostra vita facendo, di ciò che vi è accaduto, un'esperienza; e fortificandovi nella fede, e nella vita, contro il male e il demonio. Demonio, maledetto demonio! Quante ne combina, per la debolezza di noi uomini e donne. Quanto mi ha attaccato, strappandomi vite che stavo curando, facendomi dubitare del mio operato! Ma, non ha mai potuto attaccarmi sulla mia fede, che è stata la mia spada contro il dèmone tentatore, e peccaminoso, che induce l'uomo ad allontanarsi da Dio e dalla retta via.
E allora, eccomi: io, Teresa, che ho dedicato la mia vita ai miei fratelli, alle mie sorelle meno fortunate. Eccomi qui, con grande concessione del Signore, Dio nostro, a chiedervi ancora alcune cose: quelle cose che ho sempre chiesto per tutta la mia vita.
Io chiedo che i potenti della terra, che all'inizio del mio discorso ho citato, smettano di chiudere gli occhi contro la fame dei popoli che comandano; la smettano di usare gli eserciti per farsi obbedire, e per incutere timore e paura ai poveri. E si facciano invece obbedire sfamandoli, curandoli e offrendo loro un'istruzione, una casa, dove alloggiare e proteggersi dai pericoli della strada e dei loro luoghi.
Smettetela di infierire con ogni mezzo sulle popolazioni che soffrono, dicendo che non potete e non riuscite a risolvere i loro problemi. Io, Teresa, vi invito a passare un giorno con loro: nelle loro strade, nella loro vita, con le loro malattie, che per la vostra medicina sarebbero più facili da curare di un'influenza. E invece loro, che non hanno farmaci, di queste malattie muoiono. Basterebbe che i soldi che spendete per voi stessi, per costruire armi, li trasformaste in abiti, cibo, scuole, asili, chiese, ospedali; e queste popolazioni potrebbero vivere sereni la loro vita, quanto voi. Scusate, ho detto sereni. Già, ma voi non siete sereni. Voi che avete il mondo tra le mani - o perlomeno pensate di averlo - se alla sera di ogni vostro giorno vi fermaste a pensare a quello che avreste potuto fare, e quello che realmente avete fatto ... probabilmente voi stessi non siete sereni. E vi mascherate dietro alla vostra immagine di re del mondo, per non dimostrare la vostra fragilità e la vostra paura. A proposito: non siete i re del mondo, non siete nulla! Siete come quei poveri che voi non aiutate; anzi, siete peggio, perché loro si aiutano e stanno insieme: sono una famiglia; e hanno la fede di Dio che li aiuta a sopportare il loro disagio. Voi, ricchi e potenti, non avete neanche questo. E ricordate le mie parole: il re unico e supremo del mondo è Dio, che con un solo sguardo può farvi cadere dai vostri troni.
Smettetela di dire che l'Africa, l'Asia e tutti i paesi poveri sono dei problemi; che la fame nel mondo è un problema - e fate conferenze su conferenze! - Il problema siete voi; e siete voi che volete che questi rimangano dei problemi.
Infine, a tutti cristiani del mondo, che possono fare qualcosa per i fratelli lontani e in difficoltà, chiedo di partecipare al loro aiuto. Non vi chiedo di dedicare la vita a chi è in difficoltà, come ho fatto io. Certo, chi può sarà lodato nel regno dei cieli! Ma guardate: basta poco, anche semplicemente aiutare la Chiesa cattolica, che è in quei posti come pellegrina e missionaria; per dare aiuto, per portare aiuto a questi popoli. Sostenetela come volete, come potete, ma fatelo! Mai come ora il popolo di Dio, missionario e pellegrino sulla terra, ha bisogno di aiuto, di sentirsi una grande famiglia; una grande famiglia che non dimentica i suoi figli e li ricorda nella preghiera, e nei loro bisogni fisici e spirituali. Cristiani, fatevi riconoscere per le vostre opere di bene, di pace e d'amore; per la vostra correttezza di vita, e la vostra bontà d'animo e di spirito.
Siamo una grande forza, una grande famiglia: ricordatelo! Non dimentichiamoci mai dei nostri figli e fratelli e sorelle lontani. Dio vi benedica! Vivete in pace e in comunione con Dio.

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