domenica 15 novembre 2020

Padre Pio

Oggi parlo a voi, popolo di Dio - e anche a voi, che in Dio non credete - per riportarvi alla ragione: per riportavi alle origini della vostra vita, del vostro Credo, della vostra storia. Io sono Padre Pio: e sono certo che molti di voi, fedeli o non fedeli a Dio, mi conoscono. Se non per altro, per il mio nome. E per essere sempre stato vicino a chi soffre: agli ammalati e alle famiglie in difficoltà, ai bisognosi tutti. Uomini, donne e bambini, di cui, il tempo in cui vivete ora - e chi vi comanda - si è dimenticato. Di loro e di tanti altri sofferenti, e di tante altre cose che per voi, uomini e donne, sono altamente dannose. La Chiesa - la casa di Dio - certo, nella storia non ha brillato di luce, come Gesù avrebbe voluto. Uomini di Chiesa - seguiti da politici poco affidabili, quasi malvagi - hanno portato il popolo, in era passata, a temere il potere della Chiesa. E poi, lentamente ma inesorabilmente, al suo fallimento: come casa di Dio, come missione tra il popolo, come conversione e lettura al popolo del Vangelo, e dal Vangelo a Dio, fratelli e sorelle. E ora, la casa di Dio si ritrova in mezzo a liti interne, si ritrova a dovere fare i conti con carenza di consacrati a Dio, si trova a dovere fronteggiare voi: che siete un popolo sempre più colto, ma ignorante e tristemente pieni di voi. L’uomo - pieno e fiero di se stesso, del suo fare, del suo pensare - rifiuta il Padre, che gli ha insegnato a vivere nel modo giusto. Rifiuta gli insegnamenti morali e di vita, che il Padre gli ha lasciato scritto, su libri vecchi centinaia di anni, se non migliaia addirittura. Ma voi, uomini e donne, Dio non lo ascoltate più: non lo pregate più e, per molti di voi, non esiste più. Io tremo a pronunciare queste parole: Dio non esiste più, per voi uomini. E di conseguenza, non gli chiedete aiuto. Ma quando pensate a Dio, pensate solo agli errori, che la Chiesa e i suoi pastori - alcuni pastori - hanno fatto. Certo sono uomini - e il demonio attacca tutti - ma non vi soffermate, neanche un attimo, a pensare quanto bene, i pastori giusti hanno fatto all’uomo, nei secoli addietro. E quanto, ancora, ne fanno! Aiuto ai poveri, ascolto dell’umile e del sofferente, conforto agli ammalati e ai moribondi: per molti, che abbandonano la vita, il loro è l’ultimo saluto. E l’aiuto per salire in cielo, magari dopo una vita lontana da Dio. Certo, c’è chi sbaglia. Ma anche in mezzo a voi, uomini e donne - sul lavoro, sulla famiglia, sulla vita di tutti i giorni - c’è chi sbaglia: nessuno è perfetto, siamo tutti dei peccatori. Ma abbiamo, tutti, la possibilità di redimerci e di cambiare vita: riprendere quella vita che Dio vi ha dato. Quella vita che sarebbe sana, di sani ideali e di sani valori: come la famiglia, l’aiuto reciproco, il supporto a chi è meno fortunato nella vita. E rischia di fare entrare il demonio, nella sua mente, facendo cose brutte e poco raccomandabili: per provare a vivere, in questo mondo difficile. O per cercare di togliersi dalla mente la sua situazione di inferiorità, che voi - fieri di voi stessi - gli fate sentire. E molte volte, il risultato è la droga: che porta alla morte o al suicidio, che porta sempre alla morte. Oppure, uccidere fratelli e sorelle, per il proprio piacere o per rapina. Ma tutto, infine, porta alla morte: porta là ove satana vuole portarvi. Sì, uomini e donne, portarvi. Perché anche voi, ora state bene: vivete nel lusso, oppure come formiche, rintanati nel vostro piccolo e fragile benessere. Ma siete deboli, e ostentate una sicurezza che non avete, e che non avrete mai: se non tornate a credere, ad appoggiare la vostra testa sulle ginocchia del Padre e sul grembo di Maria santissima, la madre di ogni madre. Dio Padre, ha mandato suo figlio, Gesù, sulla terra: per convertire il popolo, per aiutare i poveri, gli ammalati e i sofferenti. Ma voi? Voi, che seguite la massa, senza chiedervi ove state andando: dove avete messo Gesù? Dove lo avete lasciato? Dove sono gli insegnamenti, che lui vi ha lasciato e - se lo ascoltaste, tramite il Santo Spirito - vi donerebbe ancora? Io, Pio, vi ho conosciuto di persona, ancora quando non tutto era perduto. Ma ora vi dico - sentendo i vostri pensieri e il vostro modo di vivere -: credo che siete veramente vicino a perdere tutto. Dalla vostra vita, alle vostre basi di storia e di popolo forte e tenace, alla vostra libertà: che dite avere ora, ma che in realtà non esiste, perché vincolata al denaro. E quindi, in mano a chi vi vuole portare al baratro, alla sofferenza e alla fine di tutto ciò che avete fatto, per cercare di vivere come Dio non vuole. Sono perplesso, fratelli e sorelle, nel vedere - da parte vostra - tanta stupidità e poca fede. Ancora oggi, mentre detto le mie parole a chi scrive, state distruggendo la vita, la vostra vita. E non ascoltate Dio, che è vostra guida e conforto, nella sofferenza. Siete colpiti duramente, da quella che chiamate pandemia. E se vi fermate un solo momento: questo virus vi sta dimostrando quanta è la vostra debolezza, e quanto è limitata la vostra vita. Basta un niente, che voi non conoscete, e vi uccide o vi fa tribolare e penare. Ma ancora non pensate che, chi tutto può, potrebbe liberarvi da questo male: creato dall’uomo, per uccidere l’uomo e sfuggito al controllo dell’uomo, che crede di potere fare e sapere tutto. Io, Padre Pio, vi invito a tornare a pregare: a recitare il rosario in famiglia, a pregare durante il giorno. E di andare in chiesa, a salutare Gesù, Maria e i Santi. E a chiedere, a Dio Padre, di salvare il suo popolo, colpito dal demonio. Io spero e mi auguro, che in ogni casa, in ogni famiglia cristiana cattolica, brilli la luce della fede e quindi, della speranza e della carità. Che in ogni famiglia, i bambini, crescano amando Dio: come se fosse un loro genitore, o un loro compagno di giochi. Invito i Pastori a una catechesi semplice, giusta nell’insegnamento delle preghiere. Ma anche molto fondata sulla parola del Pastore saggio, che guida il suo gregge, con Dio nel cuore: pronto ad aiutare e sorreggere chi cade e, nel bisogno, chiede aiuto. Io vi benedico, fratelli e sorelle. E vi auguro - mi auguro - che vi convertiate a Dio: vivendo felici, tra le sue braccia onnipotenti.

Nessun commento:

Posta un commento