venerdì 8 maggio 2020

Il Misterioso

Mi appare il Vescovo misterioso, seduto sul suo trono, color oro e velluto rosso, con il pastorale in una mano. E l’altra mano libera, per potere girare la pagina del librone, che ha davanti a lui - leggermente decentrato, rispetto alla sua figura -: per poterlo leggere e girare le pagine facilmente. Uno sguardo rivolto verso di me - devo dire piuttosto serio! - e prima di iniziare a leggere, ecco le sue prime parole:

 Salve, Messo celeste! Salve a te, Messo del regno di Dio e di Dio: non ci vediamo da tempo, direi!? Questo però non ti ha impedito di farmi aspettare, prima di poterti dare la parola, che Dio vuole che ti legga: dal libro sulla vita dell’uomo, che lui ha scritto. Fratello: il tuo nome ormai echeggia nei Cieli, come uno dei più indisciplinati, tra i toccati dalla mano di Dio. Tu dovresti scrivere, senza esitazione, ciò che ti viene detto di scrivere. E invece lasci passare giorni, a volte settimane, prima di ascoltare chi ti deve parlare. Con te, fratello, ci vuole una pazienza divina. Ma in tua discolpa, almeno parziale, c’è il dolore: un dolore forte, oserei dire feroce e cattivo, che non ti da pace. E che tu, nella meditazione e preghiera, offri a Dio ogni giorno, mentre vedi la tua vita andare in frantumi. Pochi come te, fratello, nel tuo mondo, resisterebbero con una croce così pesante. Ma tu, scelto da Dio, vai avanti: non senza cadere - segno di umiltà e debolezza umana - ma vai avanti.

 Ora ascoltami. Il Misterioso, gira la pagina e si mette a leggere:

 Scrivo a te, uomo, che nonostante i miei richiami - nonostante le parole dei santi, di Maria santissima e di mio Figlio, Gesù -: hai perseverato nell'affondare la tua ferocia, la tua cattiveria, la tua brama di potere e di gloria, nella Terra che io ti ho donato. Nonostante tu, uomo, ti sei accorto che stai distruggendo il mondo intero, per il tuo piacere, per il tuo volere: stai andando avanti, a fare razzia di ogni buon intento e sentimento, distruggendo l’umile e colpendo il povero.

 Ciò che ti dico, porta la data dell’anno 2020: per te, uomo. Un anno che ti farà fermare, e che ti farà cercare quelle tante cose che avevi perso. O almeno, dovrebbe farti fare queste cose: dovrebbe darti da riflettere sulla tua debolezza, e sull’importanza dei valori che hai perso, uomo. Ma purtroppo, se non cambierai - se non aprirai la tua mente, uomo sordo e cieco - tu non cambierai, e andrai così verso la tua estinzione.

 Sì, certo, nella tua sapienza, uomo: tu pensi che queste siano parole al vento, o date per provocare timore e paura. Perché tu pensi di sapere tutto, vero? Anche prima di questa malattia, che ti ha messo alle strette, pensavi di sapere tutto. Ma un semplice virus ti ha dimostrato che, davanti a lui, tu sei nulla: e che, se ti contagia, rischi grosso. No, uomo, mia creatura: io non ti minaccio, anzi! Ho tentato, insieme ai Santi, a donarti parole di rettitudine: parole per riportarti al giusto cammino, parole di fede. Quella fede che tu, uomo, hai perso: per lasciare spazio a teorie e credi, a dir poco, favoleschi e infondati, fondati sul nulla. Stai dando spazio, uomo, a tutto ciò che non è naturale: dalla vita, alla natura, agli animali. Stai manipolando ogni forma di vita, di creazione, a tuo piacere: provocando ferite incolmabili, nell’intero universo. Non ancora per molto, figlio mio, non ancora per molto.

 In questo anno, se non cambierai, conoscerai l’ira di tuo Padre: che come un padre giusto e severo, deve richiamare e punire il figlio, se il figlio non lo ascolta. Certo, non con un virus o una malattia - questa non è cosa mia -: ma riconoscerai la mia ira, quando vedrai crollare la tua vita, tutto ciò che hai costruito. E ti accorgerai che, con il tuo denaro, non potrai comprare nulla di ciò che ti serve per vivere. In questo riconoscerai la mia mano, la mano di Dio: che come un maglio si abbatterà sulla tua vita, distruggendo ogni tua sicurezza. Ma questo sarà solo l’inizio, sarà solo un assaggio di ciò a cui andrai incontro: se, negli anni a venire, continuerai a comportarti come ora ti comporti.

 Stento a riconoscervi, uomini e donne: non vi riconosco più. E come Padre eterno, questo non va bene. Senza Dio, voi siete foglie al vento, senza protezione. Senza protezione vi muovete, come si muove la massa: seguite le correnti, non pensate che al vostro guadagno, e siete sempre più soli. Vi dono questa mia pagina, scritta prima della venuta dell’uomo sulla Terra, sul pianeta che IO vi ho donato. Ve la dono, con amore di Padre, perché possiate cambiare e ritornare a me: Dio, Padre onnipotente ed eterno. 

Detto questo, il Vescovo - o chi per lui - chiude il librone. E con sguardo severo, se ne va.

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