giovedì 15 dicembre 2011

LA PAROLA DI GESU' n°8


Allora, popolo di Dio, siete pronti a seguirmi? O ancora siete titubanti e perplessi davanti alla chiamata di Gesù? Insisto a farvi questa domanda, perché non vi sento ancora convinti e a me vicini.
E' necessario - prima di andare avanti con altri miei consigli per vivere meglio la vostra vita, il vostro essere cristiani - che io senta nascere dentro di voi il calore di una rinnovata fede, e forza di conversione. Quella forza che, tanti anni fa, portò la mia parola e la parola di mio Padre, Dio, in tutto il mondo, facendo tremare re e imperatori, e popoli che si ritenevano saggi e dotti: tutti, davanti alla forza e alla saggezza della fede, e del saper vivere del popolo cristiano, tutti si spaventarono. E inevitabilmente, quando l'uomo ha paura, e non è saggio, lascia che il demonio prenda il sopravvento. Così è stato, e il popolo cristiano ha subito ogni tipo di umiliazione e persecuzione. Ma mai è indietreggiato davanti al nemico, alla morte stessa; mai ha dato prova di infedeltà a Dio. E ancora oggi, il dolore di chi vi ha preceduto - offerto a Dio, come estremo sacrificio - impedisce al male di schiacciarvi, perché Dio rispetta il suo popolo, e chi per lui ha dato la vita. E non permette al male di schiacciare il bene definitivamente, per porre fine all'uomo e al suo mondo.
Nessuna morte è stata vana, nessuna lacrima di dolore versata è caduta nella polvere. Ma tutti - e dico tutti i cristiani, perseguitati e oppressi nei tempi - sono qui con me, Gesù, nel regno di Dio. E godono della pace e della vita eterna.
Questo è per dirvi che chi segue me, segue Dio: nessuna è la differenza. E non sarà mai abbandonato e solo, nel percorso della sua vita.
Sì è vero, come già detto: erano altri tempi. Per fortuna, ora, i cristiani non sono così perseguitati; o almeno, non in tutte le nazioni. Ci sono ancora popoli talmente ignoranti, di cultura e di fede, che ancora fanno della religione un motivo per uccidere. Ma quale Dio vuole la morte di un uomo: io mio chiedo, e vi chiedo? Io, Gesù, vi rispondo che solo un Dio creato dall'uomo può volere la morte di un altro uomo, perché nessun Dio vero deve amare la violenza e la ferocia; ma deve amare l'uomo, e aiutarlo nella vita.
E allora, popolo di Dio, seguitemi: non è difficile. Con Dio si sta bene e si vive bene. Senza Dio si è persi, nel deserto della solitudine della vita; e si vaga: senza trovare la propria meta, il proprio arrivo.

Ma tornando a noi, nell'immediato: sapete, qualche anno fa, un uomo vagava per il mondo, conducendo la sua vita. Aveva una bella vita. Non conosceva Dio e il suo regno; era un grande bestemmiatore, e contro tutto ciò che gli parlava di Chiesa, di sacerdoti; per non parlare di me, e di Maria, mia madre.
Inconscio del progetto che Dio aveva su di lui, quest'uomo, da ragazzo, ne ha combinate un po' di ogni: non vivendo proprio come un cristiano, ma sempre in bilico tra l'eccesso e il normale. E così è cresciuto, senza paura di niente e di nulla, credendo solo in lui, nei suoi genitori e nella sua famiglia; rispondendo con violenza alla violenza: non conoscendo il perdono per i nemici, ma l'ira e la collera.
Non era certo un esempio da seguire, e nemmeno un uomo da convertire, visto il suo credo ateo e materiale così forte. Questo ragazzo cresce, e incredibilmente arriva vivo all'incontro con sua moglie, che lo obbliga a sposarsi in chiesa; non senza le sue accese obiezioni. Così, il giorno del suo matrimonio, entra in chiesa, nella casa di Dio. E lì, a sua insaputa, c'era Dio ad aspettarlo.
Dopo tanti anni di ateismo, al momento della comunione, l'uomo ateo e anti-Cristo, com'era, lascia che io, Gesù, entri in lui. Una piccola parte di Gesù, riesce a entrare in lui, provocandogli una forte commozione: tanto che i suoi occhi, dopo anni, lacrimarono. Segno che la forza del suo io era stata piegata, e frantumata da quella piccola ostia che il pastore gli ha offerto.
Ma Dio, non contento del passo fatto da quest'uomo, decide di presentargli il conto, e di vedere fino a che punto gli resisteva. Fino a che punto, quest'uomo, si sarebbe rifiutato di mettere in pratica il progetto, che Dio aveva su di lui fin dalla sua nascita.
Passano gli anni, ma matrimonio a parte, della Chiesa e di Dio neanche parlarne. Fino a che, un giorno come gli altri – anzi una mattina, per essere esatti – Dio, mio Padre, manda il suo Spirito ad illuminare la mente di quest'uomo, che all'improvviso incomincia a vedere cose che non conosceva; in un cielo che fino a ieri, invece, conosceva: e non c'era nulla di tutto ciò. Vedeva immagini di santi, di angeli, e di altri personaggi del Regno. E si chiedeva chi e cosa fosse tutto questo; arrivando a sfiorare la pazzia, per non volere confidarsi con nessuno.
Facendola breve: quelle immagini che vedeva, ad un certo punto, incominciarono a parlargli, e gli raccontavano il mondo di Dio. Dopo avere esitato, rifiutato, criticato, brontolato - e detto che tutto ciò non poteva essere possibile – lentamente, ha lasciato che la fede in Dio, che lui non aveva mai avuto, entrasse in lui. E si è trovato bene, tanto che ha abbandonato la sua vita, come la conosceva; ha lasciato il suo passato alle spalle, ed ora è un servo di Dio: convinto e umile, pronto a servirlo.

Ditemi, allora: E' ancora impossibile lasciare tutto e seguirmi? Credetemi: se c'è riuscito chi ha vissuto nel buio del peccato e della tentazione, anche per voi, e per chiunque altro, è possibile. Bisogna solo ascoltare Dio, e il suo grande amore, per vivere meglio: per essere più forti davanti alle sfide; e capire che non con ira e violenza si sconfiggono i nemici: ma con saggezza, preghiera, e quella magica parola che è il perdono.
La pecorella smarrita è tornata al gregge: è una delle tante, che tutti voi dovete aiutarmi a riportare al gregge di Dio.

2 commenti:

  1. che bello io sto vivendo questa esperienza ho lasciato tutto e voglio seguirlo con tutta me stessa

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  2. Grande Vittoria, che Dio ti protegga e illumini la tua strada un abbraccio fraterno.

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