giovedì 22 dicembre 2011

Gesù

17-12-2011

Carissimi fratelli e sorelle, figli di Dio: io, Gesù, vi saluto e vi porto questo mio messaggio; che più di un messaggio - come sempre - è un consiglio, che io, Figlio di Dio, porto a tutti voi, che da Dio siete stati creati.
Non so se ve ne siete accorti, ma un altro anno è passato; un altro anno in compagnia del regno di Dio, mio Padre, che ha voluto portare a voi, anche in quest'anno, i suoi consigli, tramite i suoi messaggeri. Giusto, giusto: voi dite che i messaggi arrivati sono arrivati tramite santi, o tramite me stesso, e non per mezzo di Dio. Ma chi credete che illumini le parole di chi vi parla, indifferentemente da chi esso sia? Chi pensate che riempa i loro cuori, le loro menti, di tutto ciò che hanno portato a voi, tramite questo suo messaggero?
In cielo, nel regno di Dio, nulla si muove o succede se non per suo volere, perché quello è il suo regno. E Dio stesso non permette a nessun altro di governarlo. E questo è il motivo principale per cui, nel regno di Dio, nulla va male: è tutto luce, gioia, pace, serenità e amore; cosa che voi, sulla terra, avete completamente dimenticato. E mi accorgo che, a distanza di un anno, ben poco è cambiato.
Ora vi dico cosa ho visto io, dal regno di Dio in cui sono. Ho visto, in qualche paese del mondo, l'uomo avvicinarsi alla fede, a Dio; ho visto i posti di culto e di preghiera più famosi, aumentare l'afflusso di pellegrini; ho visto, nei paesi più poveri e più provati, l'uomo inginocchiarsi e pregare, anche lungo le strade, senza temere il giudizio di altri uomini. Ho visto uomini perdere tutto - casa, famiglia, lavoro; tutto quello che loro avevano di più importante - guardare in cielo, e chiedere a Dio il perché di tanto dolore. Ho visto l'uomo avvicinarsi a Dio solo quando viene provato dalla vita e dal male, che lo fa diventare naufrago nella tempesta della vita. Già: l'uomo si avvicina a Dio solo quando è nella difficoltà, e a volte, passata la tempesta, se ne torna a dimenticare. Ecco il perché di questo aumento di pellegrini ai templi; e non per una rinnovata fede, ma per una, purtroppo, ritrovata difficoltà nel vivere; e nel fare fronte a ciò che l'uomo, guidato dal male, gli ha preparato.
Guardate quanta disgregazione, quanta solitudine, intorno a voi e ai vostri problemi. Magari siete tra i fortunati che ancora non hanno problemi per vivere, per nutrirvi e riscaldarvi, o per una casa dove riposarvi. Ma aprite gli occhi, e guardate a quanti poveri sono sempre più poveri; quanti si rivolgono a istituzioni per un pasto caldo, e non sanno dove passeranno la notte avanti a loro; quanti non sanno di che nutrire, o con cosa coprire i loro figli, per proteggerli dal freddo. Non sto parlando di quello che chiamate il terzo mondo, ma di intorno a voi: e se non lo vedete vuole dire che siete ciechi, e vivete nel vostro finto e torbido benessere.
Io vi chiedo - a voi che state bene, che avete la possibilità di fare qualcosa per chi è meno fortunato - di fare qualcosa per me, in questo mio compleanno. E invece di pensare se è vero che è il mio compleanno, se la data è giusta, lasciate perdere il vostro dubitare e volere sapere tutto, e fate qualcosa per me. Sono io che ve lo chiedo, Gesù. E se siete qui, e pregate, dovreste conoscermi, e non dubitare. Vi chiedo di aiutare, nel modo che potete, i meno fortunati di voi: ognuno di voi lo faccia secondo le sue possibilità, ma con il cuore e con gioia, per avere regalato un Natale migliore a qualcuno che, per le sue condizioni, forse, a Natale non avrà da nutrirsi. Aiutate il vostro prossimo: donategli, con il cuore, ciò che per voi è superfluo o non vi serve; aiutatelo e fategli sentire che siete dei cristiani; e i cristiani non abbandonano i loro fratelli.
È inutile che accorrete nei santuari dedicati a Maria, a Dio o me stesso, Gesù, chiedendo grazie, a volte – credetemi - talmente irrisorie e stupide che vi dovreste vergognare solo nel chiederle. Ma anche le più serie, è inutile, credetemi, che chiedete di essere guariti o aiutati: se quando, tornati a casa, riprenderete la vita di sempre, senza curarvi del prossimo. Che è vostro fratello, sapete: non uno sconosciuto ma, come voi, ha un cuore, un'anima, un corpo. Vive, ed è molto più credente di voi: magari dalla nascita. E che sta portando la sua croce anche per voi, per permettervi di vivere bene.
Credete che sia impossibile, vero? Da qui si capisce quanto è forte la vostra fede. E che credete solo per abitudine; o perché, sì, credete in Dio, ma di ciò che vuole dire essere cristiani non avete capito nulla.
Questo non è così per tutti: c'è chi vive per il proprio fratello, a servizio del prossimo; che crede veramente nell'uomo e nell'essere tutti fratelli, membri di una grande famiglia: che si aiuta, e che non lascia solo chi cade, ma lo aiuta a rialzarsi, dandogli ancora la possibilità di vivere la sua vita, e di ringraziare Dio di essere cristiano.
Forse le mie parole sono dure, nell'avvicinarsi della più grande festa cristiana che il mondo intero invidia, per la sua forza, per la sua atmosfera. Ma come ho detto: fatemi un regalo, quest'anno e sempre; a Natale e sempre: aiutate un bisognoso, e io, Gesù, vi ringrazierò, augurandovi un felice Natale: di amore, pace e ritrovata fede.

 

Nessun commento:

Posta un commento