sabato 10 settembre 2011

L'Arcangelo Raffaele

03-09-2011

Forti e maestosi, mi si presentano i tre Arcangeli. Da qualche giorno li vedo vicini a noi, lasciandomi così il tempo di trovare il giusto momento per poterli ascoltare. Si avvicinano: Michele davanti, Raffaele e Gabriele alle sue spalle. Michele si ferma e si sposta su un lato, e lascia avanzare l'arcangelo che deve portare a noi il messaggio. E' Raffaele, che inizia il suo racconto:

Saluto, messo. Saluto te e tutti i tuoi fratelli e sorelle, che sono figli di Dio in terra: creati da Dio, nati per sua volontà; non dimenticatelo mai. Io sono Raffaele, arcangelo del Signore, Dio nostro. E voglio parlare con voi, con tutti voi, di queste nuove malattie che vi state - giorno dopo giorno - lentamente, ma inesorabilmente creando.
A capo di tutte metterei, se mi permettete, il male del secolo: la depressione. La continua insoddisfazione per la propria vita e di se stessi. Io chiamerei tutto questo con una parola: noia. Sì, la noia di vivere.
Tralasciando i valori della vita, allontanandovi dalla fede, vi siete dimenticati anche della gioia che la vita - proprio perché è tale - vi deve donare. Invece vivete stancamente; succubi della società e della vostra innata voglia di cercare sempre qualcosa di diverso, di migliore: per voi stessi e per i vostri cari. Vostri cari. Ultimamente mi sembra una parola inadeguata, visto che proprio per questa ricerca del divertimento, e dell'estremo, per vincere la malinconia che vi siete creati, come idea di vita, siete una società sempre più di singoli. E le famiglie, le vere famiglie, sono quasi in estinzione. Oserei dire specie protette. E non lo dico per caso, sapete, perché è vero: le famiglie, le vere famiglie cristiane, sono protette; tutelate da Dio, che le protegge dal demonio, che cerca di impadronirsene.
A vent'anni, siete depressi; a trent'anni, siete depressi? E così via, andando avanti sempre peggio: soffocati dalla vita stessa che voi vi siete creati. La depressione, cari figli di Dio, è una malattia che spesso e volentieri dentro di sé porta il demonio. Che cerca di impadronirsi della vita della persona, che si lascia soggiogare dalle sue idee, tetre e devastanti: tanto da devastare se stesso, e la vita di chi ha attorno. Nei tempi passati, sì, esisteva la depressione; ma erano casi rari, e sapete perché? Perché la gente non aveva il tempo di pensare negativo, e di deprimersi: doveva lavorare, per mangiare. E alla sera, ritrovarsi a parlare, tutti insieme: che vita, eh? Quella vita, che ritenete lontana anni luce da voi, era una vita sana: ove le famiglie, alla domenica, andavano in chiesa; e il sacerdote era sempre il benvenuto: non un estraneo, come è ora. Ora il tempo di pregare non lo avete più. Il tempo per andare a messa: figuriamoci! Il tempo per parlare con il sacerdote, o con i vostri fratelli, della vostra vita e di come andare avanti: neanche per sogno! Però avete il tempo per curare il vostro fisico, correndo come burattini su certe macchine. O di andare in posti per eliminare i segni che il tempo traccia sulla vostra pelle. Oppure a bere come disperati, per dimenticare la vostra noia. E alla fine? Alla fine, depressione: come un fiume che corre, irrorando la vostra mente di insoddisfazione per qualsiasi cosa che fate. O ancora peggio, non facendovi provare più gioia e piacere in nulla: se non in cose sintetiche, che durano un momento; e che alla fine vi lasciano sempre più soli.
La mente, che Dio vi ha dato, è qualcosa di meraviglioso. E va nutrita, ma non con diaboliche e infauste tentazioni, ma con sane e feconde idee e abitudini: atte a portare sempre alla pace, e al miglioramento fisico e spirituale.
La fede, la preghiera, è una di queste sane abitudini che non vi fa mai sentire soli. E vi dà la forza di combattere contro la vita frenetica: portandovi calma, gioia, forza, per andare avanti. La forza di chi sa di non essere solo, ma membro di una grande famiglia: la famiglia di Gesù e di Maria. Di Giuseppe, e del grande regno di Dio. La gioia di ringraziare per ogni cosa che di bello vi succede o che fate: non la trovate stupenda? Fermarsi un attimo e dire: Grazie, Dio, per questa cosa venuta così bene! E grazie a te, mio Signore, sono riuscito nella mia opera. Auto-lodandosi, anche in questo modo. Perché siete voi a riuscire, con l'aiuto di vostro Fratello: siete stati voi.
La pace di dedicare qualche minuto alla preghiera - che vi libera il cuore e la mente - vi alleggerisce del peso della giornata, o del difficile momento che state passando. Perché parlare con Dio porta questo grande dono. La preghiera è una potente medicina, per lo spirito e per la mente, che permette di sopportare cose che i farmaci non permettono.
Io, Raffaele, sono convinto che se tornaste un po' alle vostre sane abitudini, e magari, quando fate attività fisica - o durante le sedute di bellezza, se proprio non ne potete fare a meno; oppure quando alla sera avete un po' di tempo libero - recitaste tutti un santo rosario, il mondo, il giorno dopo, vi sembrerà sicuramente migliore. E magari molte malattie mentali e fisiche, che vi siete creati, nella luce della fede potrebbero lentamente svanire, e con loro anche la tentazione demoniaca.
Infine, ricordatevi dei sacerdoti e di tutti coloro che parlano di Dio, compresi i vostri fratelli. E andate, partecipate, a quel grande rito di fede e di forza che è la messa della domenica: che racchiude in sé la famiglia cristiana, unita nel sacrificio di Gesù per tutti noi. E' anche un momento di incontro e di scambio di idee, per uscire dal vostro isolamento fisico e spirituale.
Figli di Dio, non è cercando l'estremo o saltando da letto a letto - o praticando qualsiasi tipo di rito, di magia; oppure minando il proprio fisico e il proprio cervello, con prove assurde e innaturali - che ci si sente grandi, forti e rispettati. Ma è vivendo la vita con umiltà: sopportando le croci che la vita offre e gioendo di ciò che la vita dona; senza mezzi sintetici e illusori, ma con l'aiuto di Dio e del suo amore.
Dio vi benedica. E andate in pace, formando la grande famiglia cristiana, cattolica.

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