sabato 12 marzo 2011

Parola di Gesù ( serio, molto serio e severo)

05/03/2011


Uomo! Uomo che vivi sulla terra che Dio ha creato per te; uomo che, come un perfetto straniero, ti sei introdotto in un mondo che Dio ha creato avanti a te; e con il tuo fare l'hai trasformato a tuo piacimento, ma non certo a piacere di chi ti ha creato; uomo che disconosci il Padre onnipotente; che non conosci più la differenza tra il bene e il male, tra essere un uomo o qualcosa di simile: di simile a una creatura furtiva e sempre in balia dei demoni; con il solo scopo di razziare il Regno che Dio, Padre onnipotente, ha creato per i suoi figli. Razziando la natura, la terra e i propri fratelli; demolendo, come il peggiore dei demoni, l'anima e il corpo del prossimo, per il tuo e solo tuo piacere o trionfo. Uomo, che stai approfittando della bontà divina, ricorda queste mie parole: giunto è il tempo di cambiare!
Caro fratello, care sorelle, io sono Gesù, Figlio di Dio. Forse vi sentite stanchi, delusi, dal ricevere sempre solo rimproveri, e poche lodi. Lo capisco. Io stesso ho vissuto come uomo; e anche a me i rimproveri davano fastidio. Ma credetemi: danno più fastidio a me - a noi del regno di Dio - il dover parlare con voi, uomini e donne, rimproverandovi. E se fa male a voi, figurate a noi che siamo qui per donare, a tutti voi, la vita eterna. Quella vita che voi sembrate, sempre più, non conoscere; quella vita che viene dopo la vostra dipartita dalla terra, e che voi non volete che sia vera. Ed ecco allora i nostri rimproveri: come genitori attenti ai propri figli; come fratelli maggiori che, con esperienza, parlano al fratello più giovane. Come amici, amici sinceri, umili e saggi, che hanno già percorso la strada della vita prima di voi. E conosciamo i pericoli: soprattutto il pericolo maggiore, che è quello di giocarsi l'anima per pochi denari; per un po' di soddisfazione personale. Per un piacere proprio, che confronto a ciò che vi state giocando non è nulla, o meno di nulla.
Dio sa quanto, a noi tutti del Regno, ci piacerebbe venire a voi - abitanti di questa terra - per parlarvi solo di amore. E guidarvi, lodandovi per il lavoro che state facendo; ma purtroppo non è possibile, perché - come il peggior figlio di un padre che non riconosce - gran parte del popolo è allo sbando: preda solo dei propri incubi e dei propri demoni, fatti e creati appositamente dall'uomo; e da chi ostenta una potenza tale da poterlo comandare, riducendolo a un semplice burattino, senza anima né corpo; in balia del vento del progresso, che lentamente lo spazzerà via, travolgendolo e strappandolo definitivamente ai suoi ormeggi. Come naufraghi in una tempesta, come dispersi dopo un uragano - senza casa, denaro e nulla del vostro mondo artificiale che vi siete creati – ditemi: dove andrete e cosa farete? Senza il vostro ormeggio, che da secoli, da centinaia di anni, vi ha aiutato ad andare avanti - a superare i momenti più difficili - dove andrete e cosa farete? Questo ormeggio, questo porto dal quale vi siete allontanati, soli, per prendere il largo in un mare tempestoso e burrascoso, si chiama fede. Quella fede di cui, oggi, non volete neanche sentire parlare; che riconoscete solo quando è oggetto di festa. E che insegnate ai vostri figli come qualcosa di superfluo e da indossare, per fare bella figura, nei sacramenti.
La fede non è questo; e voi lo sapete, anche se fate finta di non saperlo. La fede è amore, la fede è giustizia, la fede è carità, la fede è umiltà; la fede è amare Dio, Padre onnipotente, ma anche tutta la vostra famiglia, i fratelli e il prossimo: ecco cos'è la fede. La fede è dividere il pane con chi non ne ha, e dare un tetto a chi dorme al freddo e al gelo. Del resto neanche per me, Gesù, Figlio di Dio, avete avuto pietà; neanche di un bambino che stava per nascere, e dei poveri genitori. Figuriamoci se la doveste avere per uno sconosciuto. La fede è una parola che molti di voi non sono in grado neanche di pronunciare, e che molti di voi temono e fanno finta di ignorare. Ma ricordate: Dio non vi ignora! E questo vi basti per capire.
Io, Gesù, Figlio di Dio e di Maria santissima: io punto il dito su di te, uomo! Sì, proprio su di te, uomo, che non riconosci il valore della vita. E te ne vivi distruggendo, razziando, adulterando, tutto ciò che Dio Padre ti ha dato e ti ha messo a disposizione. Io punto il dito su di te, uomo, che ti senti così superiore da poter fare tutto! Io ti conosco, e conosco i tuoi pensieri: il tuo ieri, il tuo oggi e il tuo domani. Io sono Gesù, Figlio di Dio. Quel Dio che tu non riconosci e deridi; ma che ora ha incaricato me, suo Figlio, di fare un po' di luce in questo mondo di tenebre.
Tu, uomo malvagio; uomo che come una belva assetata di sangue dei tuoi fratelli, assetato di fama e di gloria: stai attento! Poiché io sono sopra di te. E ti prometto che pagherai per ogni tuo singolo peccato; che pagherai per il male che hai fatto, e per la tua mancanza di bontà; pagherai per ogni tuo singolo momento di gioia, se data dall'infelicità di un tuo fratello. Pagherai, uomo, per tutto ciò che, in terra, hai fatto di male. E subirai l'ira divina, sulla tua terra, sulle tue generazioni e su te stesso. Ora basta! E' giunta l'ora di espiare, e di pagare per i crimini commessi; è giunta l'ora della giustizia divina.
Sul popolo di Dio stenderò il mio braccio, e l'aiuterò ad attraversare il mare che, in burrasca, sarà davanti a loro. Al popolo di Dio offrirò un porto e un ormeggio, dove sicuri fermarsi, per ricominciare il proprio cammino. Al popolo di Dio darò amore: quell'amore che il popolo ha donato a Dio; mille e mille volte ancora gli renderò. Ma all'uomo che come demone vive, nessuna pietà e nessuna clemenza sarà concessa.
Popolo di Dio - piccolo popolo - cammina sicuro verso il nuovo mondo. E non temere, perché in qualsiasi modo e momento Dio e con te.

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