lunedì 13 settembre 2010

Padre Pio

06 - 09 - 2010
Ed ecco per noi un frate, un frate dei nostri tempi, umile e silenzioso, ma con sguardo severo e nello stesso tempo capace di infinita dolcezza. Con i suoi occhi, con il suo sguardo, può dare gioia; ma può anche farci capire quanto siamo in errore, quanto siamo lontano dal giusto e dalla strada maestra. Questo umile frate, come umile è stata la sua vita, è Padre Pio. Lentamente si avvicina a me, a noi tutti, per concessione di Dio Padre, e porta il suo messaggio di aiuto e di speranza ai suoi fratelli: noi, uomini e donne di questo tempo.
È serio, con il viso notevolmente turbato e pensieroso; ha con sé un libricino, con copertina rosso scura; lo apre, e come se leggesse appunti da lui scritti, incomincia a parlare:
“ A voi tutti il mio saluto, uomini, donne, fratelli e sorelle. Che possa splendere su di voi, sempre, l'amore giusto ed eterno di Dio Padre, di Gesù e Maria Santissima! Ahimé, non sono qui per lodarvi, come avrei voluto essere; non sono qui per gioire con voi della conversione del popolo a Dio. Ma sono a voi per ricordarvi qualcosa che avete dimenticato. Dimenticando la fede e la religione, vi siete dimenticati anche dei cardini della vostra vita: quei cardini semplici che reggono la vita di un figlio di Dio, e di qualsiasi fratello e sorella che in Dio si riconosce. Questi quattro cardini sono talmente importanti che sono stati chiamati virtù, virtù cardinali. Vedete - fratelli e sorelle - una porta può essere anche molto pesante, di qualsiasi materiale, ma se i cardini che la sorreggono sono belli forti, la porta resterà sempre in piedi anche nelle prove più difficili. E allora ecco che è la stessa cosa per l'uomo. Certo l'uomo non è una porta, ma deve vivere la sua vita nel migliore dei modi; attaccato ai suoi sani valori di fede e di onestà, che lo porteranno alla vita eterna. L'uomo, saldo ai suoi cardini, alle virtù cardinali che lo legano a Dio, affronta le prove della vita e le supera; non senza dolore, ma senza disperazione e senza perdere il controllo sulla sua vita: rischiando di fare del male a lui e agli altri. Queste virtù, quanti di voi se le ricordano? La prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza: ecco le virtù che l'uomo, nella sua vita, deve avere ed usare, per vivere bene e per vivere servendo Dio.
La prudenza: a capo delle virtù, è una virtù essenziale nella vita di una persona, che sia uomo o donna; la prudenza fa discernere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato. No, cari fratelli e sorelle, la prudenza non è timidezza, paura - nulla a che fare! La prudenza guida l'uomo, e lo aiuta a distinguere il bene da fare dal male da evitare. In fondo, se ci pensate, cari genitori, padri e madri che vedete i vostri figli uscire alla sera: quante volte raccomandate a loro di usare prudenza; prudenza nel guidare la moto o l'auto, prudenza nella velocità: Non correte! O quando sono piccoli: Usate prudenza con quel gioco, siate prudenti! Quante volte lo ripetete e quante volte i vostri genitori ve lo avranno ripetuto; e ancora prima i genitori dei vostri genitori, e così via. Sapete qual'è il problema? Il problema è che ora, in questo secolo, la parola prudenza sembra quasi sparita. Anche i genitori stessi, in quel poco dialogo che hanno con i figli, molte volte non gli dicono: Sii prudente! Già. I giovani, oggi, sono tentati in ogni modo possibile; ma se poi i genitori non insegnano a loro di essere prudenti, di distinguere il bene dal male, ciò che gli fa bene e ciò che li danneggia... Beh, allora succedono i guai. E il male, con il suo viscido agire, trova terreno fertile per espandersi. Genitori, ricordate: al giorno d'oggi è difficile per il figlio - cresciuto nel giusto modo, con l'amore della famiglia e gli insegnamenti del padre e della madre - cresciuto nella fede... anche per questo ragazzo è difficile non cadere in tentazioni che lo possono portare alla fine della propria vita, e di quella di altri. E allora parlate ai vostri figli; e insegnate loro di avere prudenza per non dovervi pentire, un giorno, di non averglielo mai detto. Prudenza, fratelli e sorelle, prudenza in tutto, in modo che la nostra coscienza non abbia di che pentirsi.
Giustizia. La giustizia, parola che sin da tempi remoti si conosce. L'uomo si è divertito a far sua questa parola: giudicando il prossimo, giudicando il fratello, lo sorella, a secondo delle leggi che egli stesso ha fatto. Va bene, è giusto! E' giusto che chi ruba sia punito, e chi uccide sia punito. Ma l'uomo, con la sua mania di grandezza, è andato un po' oltre; e addirittura arriva, nella sua giustizia, a togliere la vita ad un altro uomo. E questo è assurdo. In questo caso la giustizia non è la virtù di cui la nostra fede ci parla. In questo caso ci si pone allo stesso livello di chi ha ucciso, uccidendo a nostra volta, con il nostro giudizio; per poi risponderne davanti a Dio. Ho fatto questa breve introduzione per dirvi che la giustizia dei libri e dei tribunali non ha nulla a che fare con la virtù della giustizia; se non che un uomo giusto difficilmente finisce in tribunale. La virtù della giustizia consiste nel dare a Dio, e al prossimo, ciò che meritano; senza giudicare, per ironia o pettegolezzo, ma con una grande rettitudine di pensiero. Ecco l'uomo, la donna, giusti davanti al proprio fratello e davanti a Dio: coloro che giudicano il prossimo rispettando i diritti di tutti, e tenendo ben presente che, ricchi o poveri che siano, a sua volta anche loro saranno giudicati.
La fortezza. Lo dice la parola stessa: qualcosa creato perché sia forte, per resistere al nemico. Quale nemico? Le tentazioni, e tutto ciò che minaccia una sana vita morale. È il nostro scudo. Chi ha dentro di sé questa virtù, ha la forza necessaria per affrontare e vincere la paura e persino la morte; non teme nulla e nessuno e, per una giusta causa, è disposto ad andare contro tutti e tutto, affrontando il suo destino. È la virtù dei forti che sanno, che fanno, una cosa giusta. E con loro c'è Dio, e nulla devono temere. Credo che è inutile che vi dica che ora, di questa virtù, negli uomini, ce n'è ben poca; la maggior parte si è adeguata a uno stile di vita, e di pensiero, che non ha nulla a che fare né con Dio né con la Chiesa. Ma non ha nulla a che fare neanche con la morale. Molti sanno che così non va, e che non è il vivere come individui singoli, pensando solo al proprio piacere e divertimento; seguendo il branco per non essere messi fuori e giudicati non alla moda, o semplicemente diversi... pensate: avete paura di essere giudicati! - della giustizia ne abbiamo appena parlato, giusto? Giusto! E allora, secondo voi, queste persone di cui temete il giudizio, sono degne di giudicare? Sono loro il modello da seguire? Nel loro mondo di alcool, droga, perversione e senza Cristo? Io, personalmente, dico di no. E con la virtù della fortezza, che Dio mi ha dato, io mi sarei ribellato a tutto ciò; e avrei portato avanti i miei valori di amore, fede e lealtà: nei confronti, sì, del prossimo, ma anche di me stesso. Voi, se volete, continuate a seguire il male: fate pure. Spero solo che Dio abbia pietà di voi. E che voi stessi, guardandovi indietro, un giorno, non abbiate di che vergognarvi. Perché, sapete, il rimorso è veramente cosa tremenda da portarsi dentro: logora e distrugge la vita propria e, a volte, di chi ci sta vicino.
La temperanza. Che dire di questa virtù, che credo sia in via di estinzione: sopratutto da coloro che, giovani o meno, decidono di darsi alla vita spregiudicata, senza freni e limiti. La temperanza è la capacità di resistere, e moderare i propri piaceri, e di usare con moderazione tutti i beni che sono stati creati. È la virtù di saper moderare i propri istinti, tenendosi sempre dentro all'onestà. Parole quasi incredibili, vero? Sì, attualmente, ove tutto quello che l'uomo tocca viene portato all'esasperazione, al massimo; o per il proprio divertimento o per provare qualcosa di diverso; o per semplice consumismo. Queste parole sono veramente incredibili, sembrano fuori tempo. Ma sapete cosa vi dico, cari fratelli e sorelle? Che visto questa nostra conversazione sulle virtù, e che ben pochi sono gli uomini che le possiedono - e seguendo tutti i messaggi che vi arrivano, cari figli di Dio - io, Padre Pio, credo che sia l'uomo ad essere fuori tempo! E per me, questo, è un grande dolore.
Scenda su di voi la mia benedizione. E che possa, con l'aiuto di Dio misericordioso, dare a voi la forza di cambiare; e al Padre Onnipotente la pazienza di aspettare il ritorno del figlio.

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