venerdì 30 luglio 2010

il libro di Gesù

25-07-2010


In questa settimana, martedì, mi è apparso Gesù con una luce bianca, tanto da non potere guardare in alto, sulla sua spalla sinistra. Rivolgendo i suoi occhi su di me, tendendo la sua mano, mi ha detto: “Seguimi in questo mio viaggio, ti mostrerò ciò che Dio vuole mostrarti”. E così, fino ad oggi, è stato: in ogni mio momento di libertà mentale e fisica, Gesù entrava nella mia mente, mostrandomi ciò che dovevo vedere. Eccomi, in un viaggio attraverso epoche e tempi passati, eccomi a seguire Gesù. Gesù, con in mano un grosso libro con una scritta dorata sulla copertina; ed è l'unica cosa che di questo libro, malgrado le sue pagine siano aperte, riesco a leggere. La scritta come un titolo dice: “In principio era l'uomo”, e Gesù, ogni era che passa, si ferma, e sembra annotare qualcosa sul librone che porta con sè. La sua voce mi ha sempre accompagnato, ogni giorno, ogni era che abbiamo passato; ed ecco le sue parole:

“Vieni, figlio di Dio, vieni con me in questo viaggio nel tempo; tempo che l'uomo ha percorso con abiti diversi, con usanze diverse, con modi diversi; ma sempre l'uomo l'ha percorso.

Ecco guarda, messo, davanti a te: ti mostro quello che Dio voleva per l'uomo, suo figlio prediletto; davanti a te vedi il paradiso terrestre, quella che era la dimora dell'uomo. Terra ricca di ogni cosa, una natura ricca di frutti, fiori, ortaggi; di ogni cosa di cui l'uomo necessitava. Animali al servizio dell'uomo, e anche le fiere si fermavano e temevano l'uomo: nulla era in grado di nuocere al figlio di Dio, salvo... il peccato. Il serpente, malvagio tentatore, pronto a far perdere all'uomo il suo paradiso. Ora io mi chiedo: come è possibile che un uomo, padrone della terra, con tutto e di più a sua disposizione, debba ascoltare il malvagio che lo tenta, dicendogli di fare l'unica cosa che Dio gli aveva chiesto di non fare, come prova di amore e gratitudine, nei confronti di chi tutto gli ha dato, e come prova di educazione nei confronti di un Padre che deve educare il proprio figlio a discernere ciò che è giusto da ciò che non si deve fare. Invece l'uomo, con la sua dannata voglia di trasgressione, e credulone - quasi stupido - davanti alle false promesse del demonio, è caduto, giocandosi così tutto ciò che il Padre gli aveva donato; giocandosi così la fiducia del Padre, che non sapeva, e non sa, se fidarsi di suo figlio. Da una vita agiata e priva di dolore, l'uomo si è trovato a dover vivere la propria vita senza sconti di nessuna sorta: conoscendo il dolore, il lavoro; perdendo l'eternità, conoscendo la morte. Stupido uomo, ingenuo e credulone, come un bambino davanti a una delizia ti sei lasciato tentare. Solo che se il bambino mangia troppi dolci al massimo gli viene un po' mal di pancia; ma tu, uomo, invece cosa ti sei giocato? Cosa hai perso per la tua fame di superiorità? Perché il demone ti disse: tu uomo, se mangi quel frutto, puoi essere come chi ti ha creato, con il suo potere. E tu, pronto: io posso essere come Dio. E cadesti in tentazione. Peccato, perché tu eri già come Dio: creato a sua immagine e somiglianza, intelligente; in un regno, la terra, tutta tua. Ma la tua ingenuità, e malsana voglia di strafare, ti ha condannato a soffrire e a doverti guadagnare la fiducia di tuo Padre; doverti guadagnare con il sudore, e con dolore a volte, quello che avevi con amore e giustizia.

Ma ora andiamo avanti, avanti nel tuo passato, percorrendo la tua storia, uomo. Come puoi vedere con i tuoi occhi, messo, il carattere instabile e guerrafondiario dell'uomo - sin da subito - ha incominciato a mostrasi, con guerre e con false ideologie; ha sempre cercato di conquistare altri territori, altra terra, lasciando, dietro di lui, una scia di sangue sul terreno. Il non sapere dire di no, al malvagio e alle sue tentazioni, ha fatto in modo e maniera, che guerre e violenze - nelle ere - hanno sempre dilagato, giustificando la messa in schiavitù di un popolo come voglia di conquista. Oppure, perché diversi per colore di pelle, inferiori, e quindi schiavi senza alcun diritto, trattati peggio che bestie. Pensate e riflettete: per il diverso colore della pelle o di appartenenza sociale, un dittatore pazzo del vostro tempo ha ucciso milioni di persone. E nei paesi africani si uccide ancora. E allora, pensate: ora, come allora, l'uomo uccide per gli stessi principi; ora come allora, che il progresso è andato tanto avanti, il colore della pelle fa differenza? Ma scusate, io Gesù, non vi chiamo fratelli? E siete tutti fratelli: non mi interessa della pelle o della classe sociale. Anzi! Chi più soffre, è più degno di essere chiamato fratello di Gesù. Per me e per Dio, Padre onnipotente, siete tutti uguali. Ma voi, questo, non lo capirete mai!

Caro messo, in breve, tu hai visto scorrere davanti a te la storia dell'uomo; hai visto tutto il male che l'uomo ha sempre fatto ai suoi fratelli, con stupidi pretesti; quella stessa stupidità che gli ha fatto perdere la fiducia di Dio e il paradiso terrestre. Giustamente anche del bene è stato fatto dall'uomo. Certo, altrimenti la terra, l'uomo stesso, sarebbe scomparso per volere di Dio. Ma la cosa tragica è che molto del bene che fa, lo fa per riparare gli errori di altri uomini, che calpestano i diritti umani; o per curare ferite o malattie create dal suo progresso. Pensate: se invece di fame, guerre, odio, si vivesse tutti in pace e armonia; come un'unica persona, un unico popolo! Credetemi, non è difficile! Basterebbe ascoltare le leggi di Dio, basterebbe guardare con amore il prossimo, basterebbe dividere l'esubero di tanti per il bene di molti. Sì, dividere con equità e fratellanza; e se io ho due pani, uno lo do a te, fratello, che non hai di che nutrirti. Bello sarebbe, bello! E questo Dio avrebbe voluto: fratellanza e amore tra il popolo, fede e pace.

Cari fratelli, io, Gesù, vi invito a far cessare il predominio del demonio. Fatelo cessare, rinchiudetelo, segregatelo fuori dalla vostra vita, e lasciate spazio alla preghiera e alla voce di Dio: solo così otterrete la salvezza eterna”.

1 commento:

  1. caro gesù tu sai tutto di me ed è inutile che io ti spieghi tutto le mie angoscie, perchè tu sai che, se io su questa terra sono un povero peccatore è perchè dovevo essere messo alla prova e ogni giorno sono di fronte ad un nuovo esame. credimi non ce la faccio più. l'unica cosa che ti chiedo è soltanto: ricordati di me.....nel tuo regno. grazie gesù. ti amo tanto. 1950.

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