Mio Signore, mio Dio, onnipotente ed eterno, ascolta - ti prego - la supplica di questo tuo umile servo. Guarda l’uomo, mio Signore, guarda la tua creatura - guarda mio Dio e Dio di tutti gli uomini, con i tuoi occhi, a cui nulla e nessuno sfugge - guarda mio Dio, l’uomo misero e ingrato: l’uomo meschino, e traditore di ogni patto fatto con te, mio Signore.
Ti prego, mio Signore: abbi pietà di loro, abbi pietà dei potenti, che fanno guerre, che uccidono e portano dolore e distruzione. Abbi pietà di chi uccide, per sete di vendetta. Abbi misericordia, di chi lascia morire il povero di fame, di chi vive nella lussuria, nell’ira, dell’avaro e del superbo.
Abbi pietà dell’uomo, mio Dio, mio Signore. E scusa se, a te, mi rivolgo in modo così semplice, e poco formale. Ma tu, mio Dio, sai che ho vestito un saio, in miseria e povertà. Ho sposato la fame e la sete, ho inseguito e perseguitato i potenti: e tutto in tuo nome, mio Dio, unico e vero Dio. Dio dei poveri, degli umili, degli onesti, Dio dei cristiani e di tutto il popolo, che a Dio si converte.
Tu sei - prostrato ai tuoi piedi - l’unico e vero Dio! Tu sei verità e giustizia, tu sei vita eterna, tu sei luce, nelle tenebre più scure.
E allora eccomi, Dio onnipotente ed eterno: mi prostro davanti a te, e al vessillo della croce, ove tuo Figlio, per tua volontà, vinse la morte e ha vinto satana.
Qui davanti, faccia a terra, io, Francesco - umilmente, mio Dio - ti chiedo: Salva il tuo popolo. Placa la tua ira e, con la tua misericordia, lascia che l’uomo si converta a te, capendo i propri errori.
Chiedo scusa, mio Dio, se mi permetto di dare consigli: ma tali non vogliono essere, ma bensì una supplica, per salvare i miei fratelli e le mie sorelle del mondo intero.
E di questo, io, Francesco, ti prego.
Ti prego, mio Signore: abbi pietà di loro, abbi pietà dei potenti, che fanno guerre, che uccidono e portano dolore e distruzione. Abbi pietà di chi uccide, per sete di vendetta. Abbi misericordia, di chi lascia morire il povero di fame, di chi vive nella lussuria, nell’ira, dell’avaro e del superbo.
Abbi pietà dell’uomo, mio Dio, mio Signore. E scusa se, a te, mi rivolgo in modo così semplice, e poco formale. Ma tu, mio Dio, sai che ho vestito un saio, in miseria e povertà. Ho sposato la fame e la sete, ho inseguito e perseguitato i potenti: e tutto in tuo nome, mio Dio, unico e vero Dio. Dio dei poveri, degli umili, degli onesti, Dio dei cristiani e di tutto il popolo, che a Dio si converte.
Tu sei - prostrato ai tuoi piedi - l’unico e vero Dio! Tu sei verità e giustizia, tu sei vita eterna, tu sei luce, nelle tenebre più scure.
E allora eccomi, Dio onnipotente ed eterno: mi prostro davanti a te, e al vessillo della croce, ove tuo Figlio, per tua volontà, vinse la morte e ha vinto satana.
Qui davanti, faccia a terra, io, Francesco - umilmente, mio Dio - ti chiedo: Salva il tuo popolo. Placa la tua ira e, con la tua misericordia, lascia che l’uomo si converta a te, capendo i propri errori.
Chiedo scusa, mio Dio, se mi permetto di dare consigli: ma tali non vogliono essere, ma bensì una supplica, per salvare i miei fratelli e le mie sorelle del mondo intero.
E di questo, io, Francesco, ti prego.
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